Lo scandalo della gestione dei fondi per i gruppi politici alla Regione Lazio ha riportato l’attenzione sul volume e sulla gestione delle spese negli enti locali, anche a paragone con quelle delle amministrazioni centrali, e sulla scarsità e inadeguatezza dei controlli messi in atto. Ma la volontà di redigere un quadro più chiaro della situazione finanziaria pubblica è nata già da tempo, e il lavoro continua. Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Gianfranco Polillo, in un’intervista a Formiche.net, sostiene infatti che “la spending review è solo il primo passo della revisione, il prossimo step verrà fatto con la legge di stabilità”.
Polillo ricorda che “nei mesi passati in sede di Conferenza Stato-Regioni, il presidente Vasco Errani chiese il quadro macro-finanziario di finanza pubblica degli ultimi anni e così abbiamo incaricato l’Istat di fare degli studi a riguardo. Da questo elaborato è emerso che c’è stato un forte contenimento di spesa a livello centrale, fondi che sono stati poi devoluti agli enti locali, ma con delle differenze sensibili riscontrate nella gestione. Negli ultimi 10-15 anni la spesa corrente dello Stato è infatti fortemente diminuita, di 7 o 8 punti percentuali, mentre quella degli enti locali è molto cresciuta. La spesa che è aumentata di più è quella ad opera dei Comuni, mentre la spesa delle Province è quasi raddoppiata, ma è molto cresciuta anche quella delle Regioni. Questi dati sono costituiti dalla spesa corrente al netto della spesa per la previdenza e per gli interessi e al netto dei trasferimenti dei vari enti”.
Ecco i numeri snocciolati da Polillo. In venti anni (dal 1990 al 2010) la spesa corrente, al netto della previdenza, degli interessi e dei trasferimenti tra i diversi livelli istituzionali, è passata dal 79,8 al 83,6 per cento della spesa complessiva. Mentre la spesa dello Stato si riduce dal 66,8 per cento del 1990 al 57,2, con un calo di quasi 10 punti percentuali, quella locale aumenta di conseguenza. “Si riduce in particolare sia la spesa degli apparati burocratici centrali che quella degli altri enti delle Amministrazioni centrali. Quest’ultima scende dal 5,3 al 4,7 per cento. Con una traiettoria opposta a quella delle amministrazioni locali che, invece, dilaga: passando dall’1,9 al 6,5 per cento”.
“Il fatto – sottolinea Polillo – è che con le modifiche apportate al Titolo V della Costituzione è stato abolito qualsiasi controllo sul sistema di finanza locale. Esiste sì una vigilanza della Corte dei Conti, che viene fatta però con molto ritardo. La situazione diventa perciò difficile. Stiamo studiando delle soluzioni che rendano i controlli più tempestivi, e che si concentrino non solo sull’aspetto quantitativo ma anche su quello qualitativo. Bisogna infatti evitare che venga a crearsi una zona grigia per cui ogni volta che lo Stato interviene, gli enti locali sostengono che i tagli vadano a comprimere la spesa sociale. Mentre quello che sta succedendo in questi giorni dimostra che una parte notevole di questa spesa è utilizzata in termini impropri”.
Il sottosegretario osserva che “a livello statale abbiamo già avviato dei controlli rigorosi sulle pensioni e sono state eliminate le spese di rappresentanza, anche in merito all’utilizzo delle macchine blu, per cui è stato deciso un plafond di spesa. Per la mia macchina ad esempio ho una dotazione di 250 euro al mese per la benzina. Finiti quelli, le strade sono due: o vado a piedi o metto la benzina di tasca mia”.
“Credo – commenta Polillo – che si tratti di una manovra e di norme estremamente giuste, anche se non penso che gli stessi parametri si riscontrino anche a livello locale. Monti ha dato disposizioni rigorosissime su quest´aspetto. Si tratta di un sacrificio che noi facciamo volentieri con la consapevolezza della difficoltà della situazione italiana e del concetto di moralità. Questo non significa che nelle amministrazioni centrali non ci siano sprechi – prosegue -. Ora abbiamo cominciato dalla testa, dai ministri e dai sottosegretari, scendendo di livello via via. La revisione riguarderà anche la scelta di dotarsi di auto di cilindrata più piccola, quando, a fine anno, scadrà il contratto di leasing attualmente in vigore. E’ importante dare un segnale, si tratta di un giudizio etico. Abbiamo deciso delle manovre molto rigorose in termini di finanza pubblica e l’onere è ricaduto per lo più sui ceti meno abbienti, come nel caso dell’Imu e della benzina. C’è il rischio di determinare un cortocircuito con l’opinione pubblica, che potrebbe vedere il rigore solo a carico delle fasce più deboli della popolazione”. Polillo esprime dunque un giudizio “estremamente positivo” sul ripensamento della Camera sulla previsione del controllo esterno sui bilanci dei gruppi.
“Ho paura – rivela Polillo – che quello che c’è stato nel Lazio valga per tutti gli enti pubblici locali italiani. Capisco che si tratta di un giudizio ingeneroso perché tante amministrazioni locali combattono ogni giorno con ristrettezze di bilancio ed esistono dei Comuni virtuosi, ma la difficoltà di fare una cernita deriva proprio dall’opacità dei bilanci stessi. Questo è sicuramente il problema di fondo”.
Ma lo scandalo della Pisana fa venire a galla i numeri, e con essi l’indignazione. Polillo considera ad esempio che “alla Camera dei Deputati, il costo dell’indennità di un deputato, a livello di gruppo, è di 50mila euro all’anno. Nella regione Lazio questa spesa supera invece i 200mila euro. Basta considerare queste cifre per avere l’idea della sproporzione. Intervenire però è difficile, perché il Titolo V della Costituzione attribuisce agli enti locali autonomia amministrativa e legislativa, e senza controlli, questo ha generato un mostro”, conclude il sottosegretario.