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I gruppi della Difesa in subbuglio

La notizia di una possibile fusione tra i colossi dell’aerospazio, Bae Systems e Eads, sebbene sia arrivata inaspettata la settimana scorsa, è diventata negli ultimi giorni un oggetto di studio nel mondo economico e politico. L’annuncio sta infatti preoccupando il management delle altre grandi case di difesa su entrambe le sponde dell’Atlantico.
 
Rivali europei, soprattutto di minori dimensioni, si sono corteggiati per anni, ma le divergenze su valutazioni e strategie hanno fatto saltare ogni tavolo. I gruppi francesi e della difesa Thales SA e Safran Sa, per esempio, hanno organizzato più trattative nel tempo, non arrivando mai a una soluzione.
 
Il Wall Street Journal oggi ha rivelato che le americane Boeing Co. e Northrop Grumma hanno avviato un giro di consultazioni con i loro advisor per studiare delle mosse che possano contrastare il merger.
 
Secondo esperti del mondo industriale americano, il deal europeo, se da un lato darebbe vita a un competitor potente di fronte ai giganti made in Usa, potrebbe d’altra parte permettere ai gruppi statunitensi di fare pressione sugli ambienti governativi affinché siano approvate megafusioni che potrebbero essere state già bocciate in passato.
 
In Europa l’impatto potrebbe rivelarsi ancora più diretto. “Se il deal fosse concretizzato, rappresenterebbe l’evento catalizzatore per un rimpasto sul panorama continentale”, sostiene Matt Bassford, direttore della difesa e della sicurezza del think tank Rand Europe di Londra.
 
Anche la francese Dassault Aviation SA potrebbe infatti trovarsi alle strette a seguito delle nozze in fieri tra Bae e Eads, che detiene il 46% della società.
 
Secondo ambienti governativi di Parigi, attraverso Dassault la Francia vorrebbe essere parte di qualsiasi grande progetto europeo per sviluppare la prossima generazione di aerei da combattimento, e ciò diventerebbe più arduo con il gruppo messo da parte.
 
Occhi ben aperti anche per i due gruppi specializzati nell’elettronica aerospaziale, Safran e Thales. Quest’ultima poi, secondo gli esperti, potrebbe trovare già le porte spalancate in casa Finmeccanica, nel caso in cui l’annuncio dell’unione si concretizzasse.
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