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Kagan giudica Obama e l’Europa

Dal blog di Alberto Mucci, dove si può leggere l´intervista completa.
 
Robert Kagan è tra i più quotati esperti di politica estera. La rivista Foreign Policy lo ha “classificato” come il quarto repubblicano più influente in materia.
 
Nel suo saggio del 2002 Power and Weakness, Kagan ha parlato della debolezza politica dell’Europa vis à vis l’America. “Ma l’Europa riuscirà a uscire dalla crisi – sostiene in una conversazione col nostro giornale -. La domanda da farsi – prosegue lo storico – è come e a che costo. Sicuramente l’Europa vedrà il suo ruolo geopolitico ridimensionato. Già prima della crisi la percentuale di budget che i diversi paesi europei spendevano per la difesa era molto basso, in media del 2-3 per cento (l’America ne spende il 4-5 per cento, ndr). Con la crisi questa cifra sarà ulteriormente ridimensionata. Già nei recenti conflitti in Afghanistan e in Iraq è evidente che le truppe messe a disposizione dai paesi europei, seppur importanti, sono state poco più di un simbolo. Se prima della crisi il contributo militare si limitava al 10-15 per cento ora diventerà inferiore. Non solo: bisogna considerare che l’Europa ha fatto della strategia della ‘non violenza’, della predilezione del dialogo e della diplomazia un suo punto cardine di politica internazionale. È una strategia caratteristica di chi è più debole. Se un’entità non ha potere è naturale che prema affinché gli altri non lo usino”.
 
Alla domanda su quanto possa pesare la crisi europea sulla rielezione di Obama, Kagan sottolinea che il fatto che “il voto del prossimo novembre sarà deciso dall’economia è ormai quasi un cliché. Le difficoltà dell’eurozona pesano per il semplice fatto che se gli europei non comprano i prodotti americani le società statunitensi che gli producono non crescono e dunque non assumono nuovi dipendenti. L’Europa è un gran consumatore di prodotti americani, ma la diminuzione della domanda non mina la solidità dell’industria Usa a livello strutturale. Anche le banche americane sono fuori rischio contagio da un eventuale collasso di qualche grossa banca europea. L’influenza c’è, ma Obama non può usare la situazione europea come una scusante”, conclude Kagan.
 
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Europa.

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