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La politica come servizio (ai singoli)

“La politica come servizio e non come fonte di guadagno dei singoli”. Non sono le parole del Pontefice, ma di uno dei leader che si riconoscono, idealmente, nelle dottrine liberali.

 

Mi chiedo perché la politica dovrebbe essere “servizio” in una società che si riconosce nell’ideologia della sovranità del mercato.

Se si rivendica la libertà del singolo di perseguire il proprio interesse senza legami e vincoli sociali, se si professa che non esiste il “bene comune” ma che quest’ultimo è il (miracoloso) risultato della quotidiana interazione degli egoismi individuali, come si può auspicare o pretendere che coloro che vivono di politica debbano ispirarsi a principi altri rispetto al tornaconto proprio e dei clientes? La politica non è il regno dei fini che giustificano i mezzi? Il malaffare degli enti regionali è il frutto (degenerato) di una cultura che nega istanze superiori all’interesse individuale, della cultura della società di mercato. 

 

Ai lettori che non lo hanno ancora conosciuto, suggerisco le belle pagine che Leo Strauss dedica alla trasformazione del concetto di libertà: che negli antichi era legato a quello di virtù e nei moderni all’interesse egoistico. A poco serve istituire nuove Autorità anti-corruzione o inasprire controlli e pene. La sfida per rinnovare la politica è tutta culturale. (aml)


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