Avviare come sta avvenendo in Italia, un progetto di politica energetica che punti ad una massimizzazione delle risorse prodotte all’interno del paese va bene. Ma trascurare il fatto che si debba partire anche da una politica dei consumi energetici più razionale che punti, ad esempio, a trasportare merci su distanze superiori a 50 km non più prevalentemente su gomma, sovvenzionando pesantemente il settore dell’autotrasporto come avviene attualmente, ma favorendo il “modal shift” ossia il trasferimento delle merci per via intermodale utilizzando e combinando sin dove possibile rotte marittime e rete ferroviaria, trascurare tutto ciò dicevamo, costituisce un errore grave.
All’attuale prezzo del gasolio il trasporto merci su strada su lunghe distanze, che attraverso le tasse contribuiamo a sovvenzionare, è anti-economico e comunque anticompetitivo anche per i costi ambientali che genera e tanto varrebbe che la sovvenzione venisse erogata direttamente ai consumatori dei beni trasportati che con quell’importo potrebbero andare a far sovente spesa a Parigi o Berlino usando compagnie aeree low cost!
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