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Regione Lazio, tentennare è nefasto. L’Udc stacchi la spina

A mali estremi, estremi rimedi. Il vecchio adagio non sempre è valido. Ma nel caso della Regione Lazio è opportuno che i tentennamenti siano recisi. La decisione di dimettersi da parte dei consiglieri del Pd è sacrosanta. Ma con la latente contrarietà del Pdl, e l’irresolutezza dell’Udc, si rischia la formazione di un fronte della trasparenza moralistica e anti Casta, fra Pd, Idv e Sel, che non corrisponde alla realtà.
 
Infatti i trasferimenti per i gruppi consiliari in Regione sono saliti a 20 milioni, come detto ieri sera alla trasmissione In Onda su La 7 da Er Batman, Franco Fiorito, con l’approvazione di tutti i partiti, compresa la Lista Polverini.
Ovviamente ogni gruppo avrà gestito in maniera più o meno oculata i soldi pubblici. Ma sarà la magistratura ad accertare le responsabilità. Adesso è l’ora della politica che deve dare un segno di discontinuità e di presa di distanza da numeri e fatti che stridono con la politica di austerità declamata e dagli effetti conclamati della recessione sulla vita di lavoratori, professionisti e imprenditori.
 
E’ comprensibile che un partito come quello capitanato da Pier Ferdinando Casini, che non è avvezzo alle folate conformistiche e giustizialistiche non si accodi a lisciare il pelo all’opinione pubblica. Ma le mancate dimissioni sono solo giudicate come un’indiretta difesa dell’indifendibile. Per questo l’atteggiamento finora dell’Udc contrasta con un esito della vicenda per i vertici della Regione Lazio che è comunque segnato, come Formiche.net ha più volte scritto.
Tergiversare, ora, è nefasto per la credibilità dei partiti e delle istituzioni.


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