Nonostante l’infuriare della crisi economica, l’estate porta comunque sui media il tradizionale carico di notizie “leggere”, a metà fra lo scandaloso e l’ammiccante. Per esempio, ha suscitato qualche scalpore la partecipazione della show-girl Sara Tommasi al suo primo film porno. Fra annunci falsi di possibili coinvolgimenti nel porno anche della Minetti e richieste di candidatura da parte di Scilipoti, anche queste smentite, la notizia, al di là dei cinque minuti di divertimento, può suggerire qualche riflessione.
Era prevedibile che la trasformazione delle icone politiche in vere e proprie star, avrebbe finito per renderle oggetti del desiderio, anche sessuale, e che la loro stessa autorevolezza si sarebbe misurata sul piano del fascino e della seduzione. In Italia la commistione fra questi campi, prima separati, è risultata particolarmente virulenta, costituendo al tempo stesso un fattore di consenso e di logoramento.
L’arrivo a Palazzo Chigi del “sobrio” professor Monti, sembrava aver restaurato la mutua distanza tra eros, politica e media, un cortocircuito che negli ultimi anni, e non solo in Italia, ha segnato l’evoluzione della politica-spettacolo e della mediasfera tout-court.
Gli exploit di personaggi come la Tommasi che si muovono al limite fra mondo mediatico e politico, dimostrano invece che questo legame è destinato a permanere. Non si afferma certo che i tanti che hanno scaricato il film della Tommasi la voterebbero, anzi è probabile che il personaggio susciti più diffidenza che attrazione, ciò che conta è che a livello di mentalità diffusa, l’ambito della politica e quello dello spettacolo, anche nelle sue varianti più erotizzate, come il porno, si sono profondamente intersecati.
Si va dalle dichiarazioni di Scilipoti sul sesso tantrico ai gossip dei litigi fra Hollande e Ségolène Royale, che hanno sostituto quelli sulla coppia Sarkozy-Carla Bruni, dallo scandalo che ha segnato la fine della carriera di Strauss-Kahn all’eterno pettegolezzo sul caso Ruby. Se nel 1987 l’elezione di una pornostar come Ilona Staller fu motivo di feroci polemiche per l’assurda tangenza fra due mondi che sembravano incompatibili, ora è un’aspirante starlette che annuncia di voler fare carriera politica sfruttando l’erotizzazione casareccia del porno per presenziare sui media. Agli occhi di questi personaggi e forse di una grande fetta di pubblico, il sesso e lo spettacolo sono un prolungamento del campo politico e, anzi, l’ostentazione di desiderio e bellezza sono fattori primari di autoaffermazione.
Allo stesso tempo lo spettacolo, inteso come costruzione di un’immagine, non si basa più sulla distanza, sull’inconoscibilità irraggiungibile e quindi, di riflesso, sulla dignità borghese, ma a sua volta sull’esibizione personale, di cui la sessualità costituisce uno degli elementi principali. Se ancora negli anni Settanta il sesso poteva essere visto come liberazione dal grigiore del potere, oggi ne diventa il necessario corollario. La privatezza del burocrate di Max Weber, uno dei cardini della società moderna, cede il passo al rovesciamento nel pubblico di una volontà di desiderio senza misura o limite possibile.
Indice delle cose notevoli:
* Un classico della scuola di Francoforte sulla lotta alla repressione sessuale: Herbert Marcuse, Eros e civiltà, Torino, Einaudi, 2001
* Sara Tommasi vestita da Bin Laden per la pubblicità di Il labirinto femminile: http://youtu.be/7BP-X4vzbpI
* Berlusconi realizzatore degli ideali del ‘68, desiderio illimitato e immaginazione al potere, in un piccolo saggio polemico: Mario Perniola, Berlusconi o il ‘68 realizzato, Milano, Mimesis, 2011
* Uno dei tanti show che incrociano politica e spettacolo di intrattenimento, l’on. Scilipoti a La Zanzara, Radio24: http://youtu.be/ZfloEY6FcH0
* Un caposaldo della sociologia che descrive un sistema di funzionamento delle istituzioni ormai in crisi: Max Weber, Parlamento e governo. Per la critica politica della burocrazia e del sistema dei partiti, Bari, Laterza, 2002