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Cara Europa, punta sulle Tlc. I consigli di Slim

Carlos Slim è messicano ma essere stato nominato “l’uomo più ricco del mondo” dalla rivista Forbes gli dà le credenziali per parlare ad alta voce sulla crisi europea. O almeno così lo pensa il quotidiano spagnolo El País, che ha aperto un ricco dibattito dopo la pubblicazione di un’intervista al magnate latinoamericano con una ricetta di recupero economico per il Vecchio continente.
 
Slim crede che lo stato di benessere costruito in Europa è diventato insostenibile. C’è bisogno di una riforma per garantire a chi disoccupato di ricevere la formazione per impieghi adatti alle nuove necessità.
 
Il presidente di Grupo Carso-America Móvil ha detto qual è, secondo lui, la formula per fare uscire all’Europa dalla crisi: “Bisognerebbe vendere attivi, abbassare il debito e i suoi deficit e invitare al settore privato all’investimento che lo Stato non può più sostenere”. E come farlo?
 
L’imprenditore crede che nell’economia europea c’è stata una pericolosa combinazione di concetti, numeri, storia ed evoluzione. Secondo Slim ci sono rivoluzioni tecnologiche che provocano cambiamenti nella civiltà. È successo con la società industriale all’inizio del XX secolo e sta succedendo ora. La società contemporanea ha paradigmi diversi rispetto a quelli della società agricola. La crisi attuale ha parte delle sue radici nello sviluppo economico seguito alla Seconda guerra mondiale. Con la crescita della popolazione è aumentato l’intervento fiscale dei governi e un conseguente deficit. Con il dopo-guerra si è creato un alto stato di benessere che è diventato insostenibile. Con queste dinamiche, poco importa se il Pil cresce di uno o due punti meno. Finché non ci sono cambiamenti strutturali l’economia resterà malata.
 
Contro il fantasma della disoccupazione
 
In questa nuova civiltà, con nuovi paradigmi e nuove dinamiche, Slim sostiene che è importante combattere la disoccupazione giovanile. È impensabile poter creare un sistema sano dove 50% -o anche 20%- dei giovani non hanno un impiego. Sono loro la forza che può dare un futuro all’economia sana. Un altro errore è lo spreco della capacità di persone che hanno meno resistenza fisica ma possono ancora contribuire con la loro esperienza alla crescita della società della conoscenza e il pensiero.
 
Il rimedio alla crisi
 
Come prima azione, Slim consiglia di risolvere i problemi di base. È difficile che i Paesi tornino indietro dopo che hanno raggiunto lo sviluppo. Non c’è rischio. Ci sono però evidenze di un sorpasso da parte di altre economie. Secondo l’imprenditore “Europa vivrà momenti difficili, bisognerà trovare soluzioni per non fermare la crescita, per trovare attività ampie e funzionali che possano generare posti di lavoro nuovi”. Uno di questi settori, non a caso, è quello della tecnologia dell’informazione, dove Slim è uno dei re.
 
Dopo bisogna cercare il modo di fare rispettare le politiche fiscali. Il cambio dell’euro rispetto al dollaro è troppo alto. Si è cercata la svalutazione per correggere alcuni errori di tipo commerciale ma si perde la competitività dell’Europa. Forse per questo, secondo l’impreditore, viene voglia di tornare a quella specie di economia chiusa dove gli scambi conviene farli nel circuito dell’Ue e diventa faticoso esportare fuori quelle frontiere.
 
Investire in Europa. Ancora
 
Nonostante le difficoltà e la fuga in massa, Slim continua a investire nei Paesi europei. Il suo patrimonio è di 70 miliardi di dollari ma non pensa di sprecarli. La fiducia nel mercato europeo non è un segnale della pronta guarigione che avrà l’economia del continente ma un modo per sopravvivere. “Chi è già nel business del settore tecnologico e non continua ad investe perde qualità nei suoi servizi, perde l’alternativa di crescere e perde partecipazione nel mercato, oltre alla fiducia dei clienti”, ha detto l’imprenditore. Secondo la sua analisi, il sistema nervoso di questa civiltà è la tecnologia dell’informazione e siamo all’inizio dello sviluppo. Quello che abbiamo vissuto negli ultimi 10 anni è enorme ma il potenziale di investimento non è stato ancora visto nella sua totale immensità.
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