Skip to main content

Chi sarà il nuovo re di Sicilia

È corredata da una buona dose di surrealtà la tornata elettorale che incoronerà domenica un nuovo re in Sicilia. Parola di Giuseppe Sottile, penna storica del quotidiano di Giuliano Ferrara e “cori” siciliano. Dopo Emanuele Macaluso e Marcello Sorgi, ecco la seconda tappa del voto secondo loro, ovvero i giornalisti con origini isolane. Oggi a raccontare l’atteso appuntamento a Formiche.net è il responsabile delle pagine culturali del sabato del Foglio, nato a Gangi, nella provincia di Palermo, sessantasei anni fa. Lo fa, snocciolando una per una le bizzarrie del ritorno alle urne post-Lombardo:
 
“La prima bizzarria è che il Pdl ha candidato un ´esterno´, Nello Musumeci, della Destra di Storace, una persona perbene. Quello che era il primo partito in Regione è stato costretto a condurre una campagna elettorale mentre tutti, da Berlusconi alla Santanché, dicevano che il partito era già morto, un’impresa ardua per l’aspirante governatore del centro-destra”, spiega Sottile e continua con l’elemento surreale numero due.
“Rosario Crocetta, il candidato ufficiale del Pd e dell’Udc, fa campagna elettorale proclamandosi campione del rinnovamento ma è anche l’uomo che è stato proposto dal gruppo di potere che per tre anni ha affiancato l’ex governatore Raffaele Lombardo, lo stesso che aveva costituito un´antimafia pret à porter, a suo esclusivo uso e consumo, per rifarsi una verginità dopo i guai giudiziari con la mafia”.
 
Tra Crocetta e Musumeci, il terzo in comodo è Gianfranco Micciché, leader di Grande Sud “che si è alleato con l’ex governatore – e qui sta l’ennesimo paradosso secondo lo scrittore del Foglio – non perché avesse affinità politiche con lui. Il gruppo di Micciché era stato buttato fuori da Lombardo (all’epoca del rimpasto per il suo quarto governo nel 2010, ndr) e allora viene da chiedersi: Perché ora si alleano? La risposta l’ha data lo stesso candidato, in un’intervista di oggi al Corriere della Sera: per non fare vincere Alfano per il quale prova risentimento e rancore. Quindi in questo caso non c’è una proposta politica, ci sono solo ‘Cinquanta sfumature di odio’”.
 
E poi c’è l’outisider, il grillino Giancarlo Cancelleri: “Sta mettendo il Movimento Cinque stelle nella condizione di essere sulla soglia del 20%. Chi vincerà lo farà dunque per una manciata di voti perché in Sicilia non c’è il ballottaggio. Nessuno dei tre candidati sostenuti dai partiti tradizionali raggiungerà la maggioranza all’interno dell’Assemblea regionale e dovrà quindi scendere a patti con gli altri”. E ciò porterà a un´altra conseguenza, si aspetta il giornalista: “Ricomincerà la cosiddetta ‘compravendita’ dei consiglieri che in Sicilia si chiamano deputati, così come abbiamo assistito nei quattro anni con Lombardo. E allora, nessuno prenderà il premio di maggioranza ma il premio di transumanza”, chiosa Sottile.
 
E con la sua dote naturale da ritrattista, traccia per i candidati principali un bozzetto: “Crocetta è il gagà di Gela, Micciché il guascone sempre proteso a spararla più grossa degli altri, Musumeci il bravo ragazzo che mi ricorda il mio maestro di musica quando da piccolo volevo suonare la tromba e che disse a mio padre: ‘Questo ragazzo il dire l’avrebbe, il fiato non ha’”. Sul candidato del Movimento Cinque Stelle non si pronuncia perché “questi del web non mi entusiasmano molto” ma sulla portata del suo successo ha molto da dire: “Se Grillo prenderà in Sicilia il 20% come prevedono i sondaggi, è probabile che alle politiche rischi di arrivare anche al 23% e di essere il primo partito con il Porcellum. L’Italia avrebbe un nuovo re”.


×

Iscriviti alla newsletter