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Come si svolge la cyberguerra tra Israele e Iran

Sono tempi di guerra. Cyberspaziale. I rapporti tra Israele e Iran sono tesi tra virus informatici e tentativi di intercettazione. Byte e pixel. Israele subisce ogni giorno attentati contro i suoi sistemi informatici, secondo la denuncia del premier Benjamín Netanyahu in Consiglio di ministri. E Mohammad Reza Golchani, capo del dipartimento di Comunicazioni e tecnologia dell’informazione di Iraniana Petrolio Offshore, sostiene che gli esperti lavorano continuamente per sventare attacchi da parte degli Stati Uniti e l’Israele.
 
“Sono aumentati i crescenti tentativi di effettuare cyber attacchi contro la struttura informatica dello Stato di Israele. Ogni giorno ci sono tentativi di infiltrarsi nei computer”, ha detto Netanyahu. Con l’obiettivo di difendersi, la National Cyber Headquartes funzionerà come una “Cupola di ferro digitale”, secondo quanto ha pubblicato il sito Atlasweb.it. L’idea è quella di creare una muraglia di sicurezza contro le infiltrazioni e il terrorismo, creando un efficace sistema di difesa anche a livello informatico.
 
L’Agenzia di Sicurezza dell’Israele (Asi) dice di avere aumentato la vigilanza delle reti bancarie locali perché ci sono indizi di possibili colpi contro le istituzioni economiche e finanziarie dell’Israele, secondo il quotidiano israeliano Ha´aretz. La sicurezza in questo ambito è stata definita come “essenziale” per il Paese.
 
Fino adesso le autorità israeliane si erano trattenute nel fare considerazioni sulla difesa informatica. Ma la scorsa settimana il segretario per la Difesa americana, Leon Panetta, ha detto che il Pentagono ha accettato la sfida della difensiva nella guerra cibernetica. “La Repubblica islamica utilizza il cyberspazio a proprio vantaggio…. Il Pentagono ha investito miliardi di dollari per aumentare la propria capacità di individuare la fonte degli attacchi, bloccarli e reagire se è necessario”, ha detto Penetta.
 
Il Washington Post e il Wall Street Journal hanno anche pubblicato le dichiarazioni di un ex funzionario del governo americano che sostiene che gli Stati Uniti attacca compagnie americane di gas e petrolio nel Golfo Persico attraverso un centinaio di hackers iraniani.
 
Ma l’Iran reagisce anche ai colpi digitali. Mohammad Reza Golchani ha spiegato che la separazione tra la rete d’internet globale e l’intranet iraniana è un mezzo difensivo e cerca di evitare minacce come quella dei programmi israeliani e americani contro le compagnie petrolifere iraniane. Attacchi svelati soprattutto nel tentativo di intervenire chiamate telefoniche che però sono state custodite.
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