I due maggiori elementi di incertezza nella creazione di un colosso della difesa e dell’aerospazio, con la fusione tra Bae Systems e Eads, secondo gli analisti della banca d’affari Exane BNP Paribas, riguardano l’influenza governativa, che è al centro delle attuali trattative e il superamento del 50% del capitale di Eads da parte degli azionisti principali e del 9,4% delle azioni di Bae.
Nel report Exane sul settore aerospaziale e della difesa, si sottolinea la presenza di numerosi ostacoli per Eads e Bae Systems, incluse le negoziazioni che vanno avanti con governi, azionisti e clienti in condizioni impegnative, specialmente a causa della mancanza di discrezione che circonda queste trattative. Con queste condizioni, gli analisti di Exane reputano probabile la proroga del termine fissato al 10 ottobre, con il numero sempre crescente di problemi e domande che riguardano il deal, la sua fattibilità e le sue condizioni.
Il rischio di una complessa integrazione, si legge, potrebbe avere un forte impatto negativo a livello finanziario nelle prime fasi, con la previsione di una perdita del 10%, così come un ribasso specifico sia per Eads che per Bae riferito alla sopravvalutazione di entrambi i titoli, con l’implicazione che le azioni di Bae e di Eads non saranno oggetto di uno scambio alla pari, con il rapporto 40-60 alla base delle negoziazioni.
Dal primo annuncio del merger, il 12 settembre, Eads ha perso il 18% mentre Bae è cresciuta solo del 5%.
Exane fornisce tre possibili spiegazioni della perdita di valore delle azioni dei due gruppi. La prima è una forte opposizione di alcuni investitori di Eads al deal, derivante dal rifiuto di essere coinvolti nel settore della difesa o a causa della delusione per il fatto che i guadagni attesi di Airbus saranno diluiti in un gruppo più grande e bilanciato.
La seconda è il rigido impatto del rapporto 60/40, e la terza potrebbe riguardare i timori degli investitori in questa fusione, con la convinzione che deal transnazionali nell´industria della difesa possano soltanto essere causa di perdite.
Nel contesto di un merger, secondo Exane il rapporto 60/40 risulta sotto certi aspetti favorevole e sfavorevole per entrambi i gruppi. Gli analisti francesi ritengono che, come sempre in questo tipo di negoziazioni con forti interessi governativi in gioco, questo rappresenti un compromesso tra un mix di valutazioni storiche, eventuali sinergie future e rischi, a breve e lungo termine.
La golden share che potrebbe essere attribuita ai tre governi in scena, quello francese, tedesco e britannico, è vista invece come delle sfumature legali attraverso cui le società sperano di convincere gli stakeholder e di incontrare l’approvazione europea.