Potrebbero essere la causa di un nuovo tracollo dell´economia mondiale, ma nessuno di loro ne è consapevole. Sono i single cinesi alla disperata ricerca di una donna e di una moglie. Tre decenni di “politica del figlio unico” hanno creato un´asimmetria tra i sessi che non ha precedenti nella recente storia: cento donne per ogni 120 uomini. Matematicamente circa uno su sei rimarrà a secco. E come è facile immaginare la competizione per conquistarle è sfrenata. I problemi però – a parte ovviamente quelli sentimentali – non sarebbero tali se le donne nella Cina di oggi non fossero esclusivamente alla ricerca di uomini proprietari della casa dove vivono. Così un problema di coppie è diventato un circolo vizioso in cui troppi uomini per attrarre poche donne spendono più del dovuto.
Perché se alcuni cercano di mettersi in bella mostra in modo da battere la concorrenza, di conseguenza tutti gli aspiranti mariti si sentiranno costretti a buttarsi nella mischia della speculazione per evitare di rimanere single a vita. A peggiorare il problema ci sono poi i genitori dei futuri sposi che pur di vedere l´unico figlio scambiare l´anello nuziale sono disposti a risparmiare per tutta una vita (il tasso di risparmio della Cina è del 30 per cento, tra i più alti del mondo) per poter poi aiutare i propri figli a comprar casa. E così un gesto nobile e di affetto, perché emulato dalla maggior parte dei genitori, rischia di avere effetti catastrofici per la semplice legge economica per cui le azioni dei singoli hanno un effetto moltiplicativo con conseguenze ben maggiori della loro somma. Una coppia di genitori che risparmia significa infatti due individui che spendono e acquistano di meno. Questo comportamento rallenta i consumi e la domanda interna cinese, la cui economia afflitta dalla recessione europea e dal rallentamento americano, ha più che mai bisogno di una robusta domanda interna per continuare a crescere ai ritmi sostenuti degli ultimi anni.
Ma non è finita qui. I bassi consumi interni, riducendo la domanda di beni di importazione finiscono per favorire uno strutturale avanzo della bilancia commerciale che investito prevalentemente in titoli e attività estere tende a indebolire il Renminbi favorendo ancora di più l´export cinese. E fintanto che possedere una casa rimarrà uno status simbol irrinunciabile per i single del paese e la legge sul figlio unico non sarà definitivamente abolita (oggi i ricchi possono pagare per avere figli extra) il problema può soltanto peggiorare.
In una conversazione con Pubblico Xiaobo Zhang, docente all´università di Pechino e autore di uno studio sul tema, spiega: “Una percentuale dell´apprezzamento degli immobili – tra il 30 e il 48 per cento (per un controvalore di circa 8 mila miliardi di dollari) – nelle 35 città più importanti della Cina è diretta conseguenza della necessità degli uomini di diventare proprietari di casa e trovar moglie”. Di più. Ulteriore conseguenza della scarsità di donne è che gli strati più poveri della popolazione sono presto diventati le vittime del sistema. Infatti un gran numero di donne sapendo di poter trovare un marito di un gradino sociale superiore lasciano le campagne per andare in città a cercar fortuna. I contadini uomini sono allora costretti ad affrontare una competizioni ancora più aspra e come spiegato in un recente articolo della rivista americana Foreign Policy per far fronte alla paura della solitudine hanno trovato un modo di far apparire le proprie case più grandi di quanto effettivamente lo siano. Il trucco è stato battezzato “terzo piano fantasma” ed è un modo di costruire che lascia l´ultimo piano come un semplice scheletro in modo però che dall´esterno l´edificio appaia più grande di quello che effettivamente è.
Ma non sempre funziona e allora gli stessi contadini sono costretti a lasciare la campagna e spostarsi in città lasciandosi alle spalle il terzo piano fantasma. Un destino che accumuna anche i pochi fortunati che hanno trovato una donna. Spesso infatti dopo essersi sposati sono costretti a lasciare la loro abitazione perché non riescono a trovare lavoro. Tant´è, spiega Zhang, che “in Cina ci sono circa 600 mila case di proprietà vuote”, un numero incredibile in un paese dove i prezzi sono così alti. Una spirale di causa e effetto che ha del comico e paradossale e anche se è prettamente cinese i suoi motivi psicologici sono comuni a tutti gli uomini. Il mese scorso uno studio del Journal of Personality and Social Psychology ha dimostrato come in media gli uomini tendono a spendere più soldi quando si trovano in maggioranza rispetto alle donne. I ricercatori dell´università del Missouri hanno analizzato due cittadine della Giorgia (in seguito l´esperimento è stato ampliato a 120 centri urbani) simili in tutto e per tutto a parte un´unica differenza: il rapporto tra uomini e donne a Macon è di 0.78 a 1 mentre a Columbus è di 1.18 a 1. La conseguenza? Nella città a maggior percentuale di uomini il debito personale è di 3,500 dollari in più. Quando però si tratta di birre, cene, cinema o concerti poco importa. Sono spiccioli.
Il problema è quando spendendo di più per competizione primitiva si partecipare al sovra riscaldato mercato immobiliare cinese che la HSBC Global Research ha recentemente valutato in 17 mila miliardi di dollari, 3.27 volte il Pil del paese. Una cifra enorme. E la preoccupazione aumenta quando si pensa che più di un economista ha evidenziato come il recente rallentamento dell´economia del paese di mezzo (quest´anno è la prima volta che la crescita ha registrato un aumento inferiore all´8 per cento, scendendo al 7,2) sia capeggiato da un forte rallentamento del settore delle costruzioni e dalla paura dello scoppio di un bolla immobiliare. Basti pensare che dal 1998 al 2008 sono stati costruiti ben 14.4 miliardi di metri quadri di appartamenti, 160 volte lo spazio abitabile di tutta Manhattan. Le conseguenza della bolla immobiliare spagnola sono ancora troppo vicini e profondi per ignorare il problema. Spinti da un credito facile e da un´ euforia del facile guadagno gli imprenditore del mattone iberici hanno costruito senza dubbi o remore finché il sistema si è bloccato: i cittadini hanno smesso di comprare, le case sono rimaste vuote e le banche hanno perso milioni e milioni di euro. Se lo stesso accadesse in Cina sarebbero guai per tutto il globo. “Sembra che nessuno si renda conto di quanto grave sia la situazione”, conclude preoccupato Zhang. Molte delle esportazione – anche italiane – finiscono ai consumatori dei mercati emergenti e se questi dovessero ridurre i consumi una delle poche fonti di ossigeno per le imprese europee sarebbe largamente ridotta. E tutto per colpa di single disperati che non riescono a trovar moglie. Bob Marley di economia deve averne studiata davvero poca.
Questo articolo è originariamente apparso su: Pubblico