La Cia sotto i riflettori. Non è la prima volta, né sarà certo l’ultima che il capo dell’organizzazione spionistica più potente del mondo finisce davanti ad una commissione del Senato. Il che già indica che una serie di controlli interni alla Cia sono saltati, o comunque sono stati ritenuti insufficienti dai responsabili politici.
Il caso di cui si torna a parlare in questi giorni risale ad aprile scorso. In quell’occasione ben 13 agenti si diedero alla pazza gioia in compagnia di sconosciute (di cui sei prostitute) a Cartagena, e per di più il giorno prima dell’arrivo in visita ufficiale di Barack Obama in Colombia.
Un bel grattacapo per il direttore della Cia, Mark Sullivan, che non è riuscito ad evitare il pressing del Senato, molto sospettoso sul modo in cui è stata condotta l’inchiesta interna. La quale non avrebbe accertato rischi per la sicurezza del presidente. Una risposta parziale che sa tanto di auto-assoluzione.
Spetterà all’ispettore generale della Homeland security, Charles Edwards, sbrogliare la matassa, prima del Giorno del ringraziamento, il 22 novembre. Per allora sapremo anche chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti.