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Il lungo weekend in trincea di Roberto Formigoni

 “Si va al voto sì. Io sarò certamente in campo in una posizione che devo ancora determinare”: il lungo weekend in trincea di Roberto Formigoni si chiude con una mossa politica, che dice molto del governatore lombardo. Tutto era cominciato con un insolito Federale della Lega di sabato mattina per discutere del terremoto giudiziario che ha coinvolto la giunta lombarda. Che nel quartier generale del Carroccio in via Bellerio a Milano ci fosse in serbo qualche iniziativa eclatante si era intuito subito. Ore di vana attesa per i cronisti fuori dalla sede leghista, bocche cucite e sede blindata. Poi uno scarno comunicato stampa a cui si affida la “destabilizzante” decisione del Carroccio: via tutti i candidati rinviati a giudizio e voto ad aprile.Subito si grida al tradimento in casa Pdl: i patti non erano questi, tuona lo stesso Formigoni. Ma a sera un nuovo comunicato di Maroni ribadisce la posizione: negli accordi non si era mai parlato della data di fine legislatura. Il Celeste non ci sta: scalpita su twitter e risponde al segretario della Lega.La giornata politica volge al termine mentre le voci di dimissioni del Celeste tornano a farsi insistenti. Bisognerà attendere domenica mattina, in una fredda Saint Vincent dove il segretario del Pdl chiude il cerchio e gela Formigoni: basta accanimento terapeutico, Formigoni decida la data del voto.Detto fatto. A stretto giro il presidente lombardo accetta e rilancia: si vota subito, ma io sarò in campo.



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