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Il partito che l’Italia si merita

Questo per l’Italia sarà un anno da ricordare. Per il caldo torrido, per gli omicidi irrisolti, per l’aumento dello spread, per la profezia dei Maya. L’Apocalisse annunciata dall’antico popolo mesoamericano per il 21 dicembre 2012, infatti, non risparmierà nemmeno chi come noi ha il terzo debito pubblico del mondo, la disoccupazione al 10% e il PIL a meno 2,5% rispetto a un anno fa.
Oltre al danno la beffa!
 
A parte gli scherzi, lo ripeto, l’Italia è un Paese bloccato, dove la classe dirigente non è disposta a fare un passo indietro. C’è chi parla di cambiamento da dieci anni ma ancora non è sceso in campo. Chi dice di voler svecchiare il sistema ma non si dimette. Lo diceva da outsider della politica Montezemolo nel 2009, alla presentazione della sua Associazione Italia Futura:
 
“Negli ultimi vent’anni in Ferrari ho sempre cercato di mettere al centro il nostro straordinario capitale umano, puntando su merito e talento. Viviamo in una nazione in cui la speranza di migliorare la propria condizione è ormai un bene raro. Quando i veleni e i buchi della serratura sembrano sostituirsi alla politica, com’è negli ultimi tempi in Italia, chi ha idee per il Paese e disponibilità civile a farsene carico, non può rinunciare a farle emergere con gli strumenti di un sano, corretto, fattivo confronto pubblico”.
E lo ribadisce oggi, dimostrando stima e fiducia nei confronti del Premier Mario Monti. E dietro di lui lo seguono Giannino, Passera, Tinagli, Martone…
 
Lo dicevano anche Casini, Fini e Rutelli ad Aprile, quando presentarono il Terzo Polo. Vi ricordate? Erano pochi mesi fa, quando si riunì all’Auditorium Conciliazione di Roma un agglomerato di personaggi politici, rappresentanti di movimenti più o meno moderati, pronti a presentarsi come alternativa alla destra, alla sinistra, ai pirati dell’antipolitica, alla casta, ai condannati, ai furbetti, ai ladri, a chi non rispetta le regole in questo Paese. Un nuovo soggetto politico guidato dall’UDC, promotore dell’azzeramento dei vertici del suo partito di Via dei due Macelli.
 
Lo slogan che avevo intercettato era più o meno questo: “Andiamo tutti a casa o il Paese non lo salviamo”. E qualcuno è andato a casa? No. Hanno davvero azzerato le cariche? No.
 
Sembrano essere tutti d’accordo sulla esigenza di ricominciare da zero, con la credibilità dei tecnici e l’esperienza dei politici, di quelli competenti e onesti?
 
Io dico che la buona uscita di 110mila euro per la Minetti, giustificata dalla sfilata milanese di Parah, sembra un ottimo compromesso per tutti, per l’Italia intera.
Pare che, a parte il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi, che in camper si propone come l’Obama italiano, interessante ma poco convincente (dovrebbe smetterla di messaggiare con Giorgio Gori durante i suoi comizi), molti esponenti di centrodestra e centrosinistra si stiano avvicinando alla grande coalizione centrista. Pisanu e Prestigiacomo del PDL ad esempio. Fini è tornato con i suoi “mille” (voti), affermando: “Serve grande lista civica per Monti-bis”. E Casini, a ruota: “Se si crea, aderisco subito”. Cosa già sentite.
Cosa penso?
 
Penso che il Governo Monti ha certamente effettuato degli interventi coraggiosi. Contro gli evasori, contro gli sprechi. Contro i “Fiorito” d’Italia. Dobbiamo proseguire su questa strada? Si, ma come dice Corrado Passera, ministro dello Sviluppo:
 
“Non credo sia giusto usare Monti come sigla elettorale di un nuovo giro. Monti ha creato fondamenta robuste per una casa da costruire, ora deve partire la terza Repubblica”.
 
E’ di oggi la dichiarazione di Mario Monti:
 
“Quando tra qualche mese lasceremo ad altri il governo di questo Paese, spero che lasceremo un paese un po´ meno rassegnato e un po´ più rasserenato”.
 
Ce lo auguriamo tutti.
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