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Io, Fogliante non estasiato da Renzi. Parla SDM

Se tra i suoi colleghi al Foglio sembra intravvedersi una certa simpatia per Matteo Renzi, il giornalista Stefano Di Michele non segue l’onda renziana che pervade un po’ il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. Tanto che a Formiche.net Di Michele rivela: “Renzi non mi piace, non mi convince né esteticamente, né politicamente. E oltre a lui, mi insospettiscono tutti i complimenti della gente da cui è meglio non ricevere i complimenti… e se lo lodano loro, perché dovrei farlo io?”.
 
Così, in un’Italia divisa tra correnti renziane e bersaniane, il principe dei corsivisti del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara non ha dubbi su qual è la sua: “Provo una simpatia umana, quasi affettiva, verso Bersani. Con Berlusconi siamo stati storditi per anni da effetti speciali. Ora è bello vedere un po’ di grigio con ‘Pierluigi’, l’immagine di un uomo normale, calmo e misurato”.
Nella sfida apertissima delle primarie tra i due, la sovraesposizione mediatica di “Matteo” potrebbe finire per svantaggiarlo, spiega Di Michele: “Corre il rischio del ‘rigetto’. La curiosità e l’interesse iniziale possono gradualmente svanire. Come nell’opera di Ennio Flaiano, Un marziano a Roma, pure gli extraterrestri alla fine vengono a noia. E di questo anche Renzi se ne è accorto. Lui stesso, paladino della rottamazione l’ha definita ieri ‘un’espressione bieca, truce e volgare’ ma che ha prodotto l’effetto voluto, catapultandolo sulle prime pagine dei giornali”.
 
Paradossalmente, pensa il giornalista con un passato all’Unità, “l’inno per il giovane Renzi e quelli come lui è sulle note della canzone di Renato Zero, Spalle al muro: ‘Vecchio, diranno che sei vecchio’. Andare avanti mostrando la data di nascita sulla carta d’identità mi sembra poco entusiasmante”.
Eppure la rottamazione ai tempi del sindaco del Pd non è niente se paragonata a quella della Prima Repubblica, racconta Di Michele in un excursus sul tema che sarà pubblicato domani sul Foglio: “Oggi a vederli sembrano dei bambini che giocano con i Lego rispetto a ciò che potevano fare i democristiani e i comunisti settant’anni fa”.
 
E si congeda da Formiche.net, rivisitando un’antica massima comunista. Per elogiare i vecchi padri del Pd osteggiati dal monello toscano “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tsetung” diventa “Viva D’Alema, viva Veltroni, viva Bersani”.


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