Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

L’Italia alzi la voce sulla sicurezza nucleare (in Francia)

Fukushima ha insegnato che bisogna proteggere i reattori nucleari anche contro incidenti considerati (quasi) impossibili. Dopo la lezione che ha lasciato la tragedia nella centrale di Dai-ichi l’11 marzo del 2011, la Commissione europea è partita nella missione di controllo delle condizioni di sicurezza di tutte le centrali dell’Unione europea. Il risultato è un rapporto che sarà presentato a Bruxelles e che spiega in dettaglio in che condizioni sono le 147 centrali attive nell’Unione europea, i 24 progetti e le sei strutture in costruzione. Oltre a suggerire la manutenzione che deve essere fatta.
 
Alcune indiscrezioni su questi stress-test sono state pubblicate da Le Figaro e il risultato è preoccupante per la Francia: circa 58 reattori delle 19 centrali francesi sono pericolose perché non hanno le strutture antisismiche che garantiscono un minimo di sicurezza.
 
“A un anno e mezzo dall’incidente nucleare giapponese di Fukushima, il testo indica che tutte le centrali francesi sono sprovviste di strumenti di misura sismica necessari per garantire un massimo di sicurezza. In più, gli elementi per il pronto soccorso in caso di incidente nucleare non sono adeguati, a differenze di quanto accade con i reattori tedeschi, britannici, svedesi ed spagnoli”, anticipa Le Figaro. Gli stress-test hanno anche rivelato che i luoghi dove sono le centrali francesi hanno un alto rischio di vulnerabilità a terremoti, valanghe e ipotetici incidenti come, ad esempio, la caduta di un aereo sopra la centrale. Risultati che, ricorda il quotidiano francese, erano stati già anticipati dall’Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn).
 
“In generale la situazione è soddisfacente ma non dobbiamo lasciarci andare a favoritismi”, ha dichiarato a Le Figaro il Commissario europeo per l’Energia, Guenther Oettinger, senza confermare o smentire il contenuto anticipato del rapporto. A partire da queste verifiche, i suggerimenti saranno consegnati questo mese ai capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri dell’Unione europea. Secondo Le Figaro, non c’è nessuna richiesta di chiusura, ma il governo di François Hollande aveva già anticipato che nel 2016 sarà chiusa la centrale di Fessenheim, quella che paradossalmente risulta più sicura ma più inquinante.
 
Il prezzo di una politica nucleare europea
 
Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il problema della sicurezza e della manutenzione delle centrali europee ha una delle sue radici nella politica comune. “Dal 1996 si sta discutendo. Sono passati quasi vent’anni e ci sono pochi progressi perché in materia di energia i tempi sono lunghi. Per avere una politica europea comune è necessario saldare le differenze strutturali tra i paesi e questo è un processo molto lento”, dice Tabarelli in una conversazione con Formiche.net.
 
L’economista esperto energetico fa l’esempio italiano dei permessi necessari per la bonifica dei siti inquinanti, che si devono scontrare con politiche ambientali incerte. “L’Italia si deve fare sentire. Abbiamo preso una decisione forte, quella di uscire dal nucleare, ma giusta o sbagliata abbiamo il diritto di chiedere ai francesi cosa stanno facendo e in quali condizioni”, avverte Tabarelli.
 
Per quanto riguarda il tema dei costi, il rapporto ha svelato un preventivo di 25 miliardi di euro per la sistemazione di tutte le installazioni nucleari dei 14 paesi europei. Quasi 200 milioni di euro per ogni reattore. Un impegno che potrebbe costare molto di più lungo il tempo, secondo Tabarelli: “I lavori di questo genere sono giganteschi e potrebbero richiedere 900 miliardi di euro in un periodo non inferiore ai 30 anni”.
 
Ma i vantaggi di scommettere sul nucleare sono palpabili. L’economista e professore dell’Università di Bologna spiega che i prezzi dell’elettricità francese costano la metà rispetto a quelli italiani. “In Italia, le famiglie pagano 20 centesimi di euro a kW, mentre in Francia si pagano 10 centesimi. La relazione per la media impresa, che è la base dell’economia, è di 14-7 centesimi a kW. Ci possono stare tutte le polemiche del caso, ma in questo modo i vantaggi economici sono evidenti e immediati e lo Stato francese recupera circa 20 miliardi di euro all’anno grazie al nucleare”, dice Tabarelli.
×

Iscriviti alla newsletter