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L’antifascismo militante dell’Huffington Post

La sentenza di condanna di Alessandro Sallusti a 14 mesi di carcere ha colpito l’opinione pubblica e riacceso le discussioni sul rapporto tra informazione e giustizia, libertà d’opinione e responsabilità, giornalismo e deontologia.

Rimanendo sul tema, mi sorprende che sia passato sotto silenzio la vicenda del figlio di Alemanno. Tre giorni fa il neonato Huffington Post diretto da Lucia Annunziata ha pubblicato una foto del pargolo del sindaco di Roma che, in vacanza in Grecia con gli amici fasci, mostra orgogliosamente il braccio teso. A parte il fatto che non mi pare uno scoop (sarebbe stato clamoroso se il figlio di Alemanno e nipote di Pino Rauti fosse stato fotografato in un centro sociale a fumare canne) e a parte il fatto che è squallido attaccare un ragazzino per colpire politicamente il padre, mi sembra strano che nessuno abbia protestato contro la pubblicazione delle foto di un minore. In verità qualcuno l’ha fatto, il padre, secondo cui il figlio “ha sbagliato, ma Lucia Annunziata dovrebbe vergognarsi. Mio figlio si ritrova fotografato su alcune pagine dei media in violazione di tutti i diritti dei minori”.

Alemanno avrebbe dovuto prendere a scappellotti il figlio, non tanto perché fascio (quello già lo sa da tempo e forse gli va bene così), ma perché idiota a pubblicare quelle foto su Facebook. Però non gli si può dare torto sulla denuncia del “metodo Annunziata” subito dal figlio: le foto sono rimbalzate su tutti i siti italiani e anche oltreoceano sulla versione americana dell’Huffington Post e pare che ad ora l’Annunziata non si sia degnata nemmeno di spiegare il motivo di quella pubblicazione, se cioè si tratta di un errore o di una scelta deliberata.

In pochi ne hanno discusso, ne ho sentito parlare solo a “Tg2 punto di vista” quando, nei secondi finali della trasmissione, Maurizio Martinelli ha chiesto al segretario della Fnsi, Franco Siddi, se quelle foto non fossero una violazione delle norme deontologiche e se non fosse necessario qualche provvedimento. Il segretario generale del sindacato unitario dei giornalisti ha detto che forse i giornalisti non conoscevano l’età del ragazzo e ha bofonchiato qualcos’altro per giustificare i colleghi. Invitiamo Siddi a leggere l’articolo dell’Huffington Post che alla riga due dice: “Manfredi Alemanno, rampollo 17enne del sindaco di Roma, ha trascorso l’estate…”. La testata ha avuto l’accortezza di oscurare i volti di tutti gli amici di Alemanno jr, non sapendo se fossero o meno maggiorenni, ma ha scelto di pubblicare il volto dell’unico ragazzo di cui conosceva con certezza la minore età.

Nessun clamore e nessuna richiesta di censure o sanzioni per la partenza col botto dell’Huffington Post, ma solo la constatazione che ormai le regole deontologiche e l´ordine sono solo un’arma in mano a chi ha il potere di usarla e somigliano ad un angelo sterminatore che risparmia chi ha le porte di casa segnate di rosso. Due considerazioni su questa storia, una brutta e una bella: da un lato emerge la difficoltà a sradicare l´eredità fascista, dai saluti romani all’ordine dei giornalisti, dall’altro la constatazione che l´Annunziata e il suo giornale, evidentemente sensibili alla lotta contro i retaggi del fascismo e orgogliosamente indifferenti al rispetto delle regole imposte da una struttura ereditata dal ventennio, si faranno carico di questa meritoria battaglia.

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