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Le novità negative dei marchi “perdenti” europei

1) La notizia più clamorosa è indubbiamente il crollo di Renault in Europa.
I numeri sono questi : in Europa (Eu+Efta), la marca Renault perde il 31,9% dei propri volumi nel mese, vale a dire 29.000 unità e 1,7 punti di quota, in un mercato che cala dell´11%. Si dirà: è normale, il mercato francese è andato malissimo e Renault, prima marca in Francia ne risente. Vero. Ma in Francia, Renault ha perso il 35,4% in un mercato in calo del 18%. La quota di Renault in Francia è stata addirittura inferiore a quella della marca Fiat in Italia : 20,0% contro 21,98 %. Colpa della priorità data alla “vettura elettrica”? probabilmente, almeno in parte: è possibile che investire su un oggetto di cui si parlerà seriamente fra una trentina d´anni, abbia tolto troppe risorse al rinnovo della gamma, urgente per tutte le case automobilistiche.
 
In Italia, come sappiamo, Renault ha realizzato a settembre una quota del…3,61%; di ché preoccupare la rete. Che, del resto, si preoccupa da molto tempo, per ragioni di redditività più ancora che di volumi. Un “dettaglio”: anche alla rete è stato chiesto di investire (post vendita in particolare) sull´elettrico …
 
2) La caduta lunga, confermata a settembre, spinge ora la marca Fiat verso la marginalità.
Se a settembre, la marca Fiat fa “bella figura” (si fa per dire) rispetto a Renault, è soltanto perché la caduta di Fiat dura da due anni e più. Nel mese, ultima di tutte le marche europee a larga diffusione con un 4,4% di quota, la marca Fiat è superata da Audi, Bmw, Mercedes, è raggiunta da Toyota (che non dispone di nessun mercato domestico…in Europa!) e supera Skoda e Nissan (3,9% per ognuna) di un mezzo punto soltanto. All´export (Europa), la marca Fiat realizza a settembre 26.144 immatricolazioni, con una quota di mercato (Europa-Italia) pari al 2,6%. Conta meno di Hyundai, meno di Kia, meno di Toyota, di Nissan, per non parlare delle marche occidentali a larga diffusione o anche premium. Il non rinnovo della gamma prodotti, rivendicato dall´a.d. Chrysler-Fiat come una necessità imposta dalla debolezza della domanda, è una seria minaccia per il futuro della marca.
 
La domanda che, a nostro avviso, si pone per la rete Fiat (concessionari) è se mantenere o meno il mandato. Non si vede nulla di positivo, in fatto di gamma modelli, ad un orizzonte ragionevole. Anche le marche minori del gruppo (Alfa Romeo in particolare: – 35,6% per il mese di settembre) subiscono una batosta “storica”.
 

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