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Le sintonie post Berlusconi fra Brunetta e Ferrara

Li avevamo visti salutarsi affettuosamente al Tempio di Adriano. Il direttore del Foglio Giuliano Ferrara aveva accolto con piacere l’invito dell’ex ministro della Pubblica amministrazione a partecipare alla presentazione del suo libro “Il grande imbroglio”, insieme ad Alessandro Sallusti e con Silvio Berlusconi come special guest.
 
Uno accanto all’altro tra le colonne romane, uno gigante e l’altro bambino, i due formavano una bizzarra coppia. Eppure nonostante le diversità dettate dall’apparenza e un rapporto che in questi anni è stato contrastato, con rotture fragorose e riavvicinamenti improvvisi, tra i due da un po´ di tempo c’è un comune sentire, dettato anche dal riconoscimento che da sempre caratterizza entrambi per il ruolo riformatore del Psi di Craxi.
 
L’Elefantino ha sempre condiviso le dure critiche che Brunetta muoveva all’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E ora che quell’esperienza di governo è ormai lontana, anche se i suoi postumi ancora si avvertono, ad avvicinare il giornalista ed il politico c’è la stessa idea per far sopravvivere il centro-destra italiano. Ieri in un editoriale apparso sul Giornale, il direttore indicava quella che secondo lui è “l’unica strada per salvarci”, ovvero una lista dal nome “Tutti per l’Italia, manifestando apertura verso tutti i settori liberal-moderati e popolari della politica”. E a guidare questa lista, scrive ancora, “il candidato leader elettorale della lista lo si sceglie con il metodo delle primarie, e Angelino Alfano è in pole position ma deve ovviamente accettare la più larga dialettica politica interna per una legittimazione seria”.
 
Pensieri che ricalcano quelli espressi oggi da Brunetta a Omnibus su La7: “Se si facessero le primarie in Lombardia sarei d´accordo. E´ una mia idea – ha spiegato l’ex ministro – ma queste primarie dovrebbero precostituire quel rassemblement dei moderati, con Lega e magari anche con l´Udc, e andare alla ricerca di quei volti e di quelle personalità di grande consenso. Credo che potrebbe essere una sperimentazione tale da dare indicazioni importanti per le prossime elezioni politiche”.
Se son rose, fioriranno.


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