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L’emorragia siriana insanguina Beirut

La morte del generale di brigata Wissam Hassan a Beirut compatta il movimento del 14 marzo, l´opposizione anti siriana libanese, che chiede dimissioni del governo Mikati e un nuovo esecutivo di unità nazionale. Il Daily Star, maggior quotidiano in lingua inglese del Libano, apre con le conseguenze dell´autobomba che venerdi ha ucciso il responsabile dei servizi segreti interni del paese dei cedri. Le manifestazioni anti siriane iniziate con i funerali del funzionario sono proseguite fino alla notte scorsa.
Il funzionario più prezioso del Libano preda del terrorismo politico e l´uomo più minacciato di un Paese incapace a proteggere i propri servitori più zelanti. Questo Wissam Hassan per L´orient le jour. Ma il responsabile della sicurezza interna del paese dei cedri era anche la bestia nera delle forze politiche alleate a Damasco o Teheran sottolinea il quotidiano in lingua francese di Beirut. Chiaro dunque dove si trovino i mandanti dell´attentato che ha eliminato il poliziotto in grado di mandare in galera l´ex ministro Michel Samaha, longa manus di Assad in Libano. Identica la tesi della Cnn: le tracce della strage di Beirut portano verso il leader di Damasco..
 
Anche la diplomazia francese sembra convinta che la bomba esplosa a piazza Sassine, luogo altamente simbolico della capitale libanese, sia stata innescata a Damasco. Su Liberation le dichiarazioni del ministro degli esteri di Parigi. Laurent Fabius ritiene infatti “probabili” implicazioni siriane nell´attentato libanese.
La strage avrà però implicazioni più profonde nella politica interna libanese. Gli accordi di Doha vanno ripensati scrive sempre l´Orient le jour che invita però l´opposizione a non cadere nella trappola baasista: l´incendio sempre latente delle guerre civili del 1975-1990 e 2008 non va rinfocolato.
 
Anche le Monde sottolinea la vicinanza tra Hassan e Saad Hariri il capo delle forze libanesi ostili al regime di Damasco.Questa morte si ripercuoterà in tutto il Medio Oriente in modi che non è ancora possibile immaginare, ribadisce il Washington Post. Come la testata americana anche Figaro teme la fine della pace civile libanese e le conseguenze regionali di uno scenario di questo tipo. Identico lo scenario tracciato da Financial Times e Frankfurter Allgemenie Zeitung. Più aumenta l´evidenza che i mandanti si trovino a Damasco più cresce la pressione la pressione sul governo di Beirut nota anche il New York Times registrando i tentativi di attaccare attaccare la sede dell´esecutivo avvenuti durante i funerali del generale ucciso. Le Figaro ritiene però la neutralità libanese in grado di resistere al conflitto siriano.
La Neue Zurcher Zeitung si concentra sulla precaria situazione dei profughi siriani. In maggioranza sunniti che a volte trovano rifugio presso zone abitate da sciiti, alimentando nuove tensioni tra le anime maggioritarie dell´islam mediorientale.
 
Terzo dibattito televisivo presidenziale Usa prima del verdetto elettorale. Stanotte davanti agli sfidanti per la casa Bianca sfileranno i temi di politica internazionale. Il match verterà sul ruolo globale degli Stati Uniti sottolinea il New York Times elencando gli argomenti della discussione, praticamente coincidenti con i punti caldi del pianeta.Anche il Washington Post apre con l´ultimo round della sfida repubblicano-democratica ricordando come già nel secondo faccia a faccia davanti al piccolo schermo l´attacco di Bengasi nel quale era stato ucciso l´ambasciatore Usa in Libia era stato contestato da Mitt Romney a Obama. La testata della capitale americana cerca di capire quali saranno le mosse dei due contendenti negli ultimi 16 giorni di campagna elettorale e analizza gli Stati dove ancora la battaglia non è decisa. Il Washington Post nota come tra i leader internazionali la popolarità del presidente in carica sia maggiore di quella del mormone. Da qui la possibilità che l´eventuale vittoria di Romney colga di sorpresa analisti e personalità politiche globali.La prova di quanto scrive il Washington Post nelle parole della Frankfurter Allgemeine Zeitung. In un pezzo titolato, il paradosso del presidente, la Faz parla dell´apatia che domina di gli Stati Uniti alla vigilia delle elezioni. Proprio perché rappresenta lo stato reale della nazione, Obama verrà rieletto afferma la Faz ribadendo però che l´eventuale secondo mandato dell´afroamericano sarà accompagnato da pessimismo e mancanza di impegno per il cambiamento.Del muro fiscale, convitato di pietra della campagna elettorale Usa, si occupa il Washington Post. In caso di mancato accordo bipartisan, il bilancio di Washington verrebbe tagliato automaticamente di circa 270 miliardi di dollari nel 2013. Una eventualità che però anche i falchi del deficit non prendono volentieri in considerazione. Elezioni regionali ieri in Spagna di enorme importanza per la politica centrale del paese iberico. El Pais apre con gli scrutini in Galizia e nei Paesi baschi. Un editoriale del quotidiano madrileno mette però in risalto le conseguenze nazionali del voto di ieri. Il doppio scrutinio costituiva il test per Mariano Rajoy indebolito da crisi economica e crescita del nazionalismo indipendentista basco e catalano. La sconfitta socialista nelle due tornate elettorali di ieri se in Galizia dà respiro ai popolari del primo ministro, nei Paesi baschi fa da apripista al secessionismo che avanza anche nelle sue componenti più radicali.
 
 
 
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