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L’Europa sfratta la tumultuosa Catalogna

Gioca in anticipo l’Unione europea sul caso della Catalogna. La commissaria europea per la Giustizia e i diritti fondamentali, Viviane Reding, ha dichiarato con nettezza la posizione istituzionale sull’ipotetica dichiarazione di indipendenza unilaterale della regione dopo il referendum consultivo del 25 novembre. Senza l’accordo della Corte spagnola quella sovranità non conta, l’Unione europea è con il governo spagnolo.
 
Reding ha spiegato che se la Regione portasse avanti l’iniziativa di autonomia a tutti i costi, la Catalogna resterebbe fuori dall’Europa e per rientrarci dovrà ricominciare del tutto il processo di adesione. Con il diritto di veto da parte della Spagna, ha spiegato Reding in una lettera aperta al quotidiano El País. La missiva sostiene ancora la lettera ufficiale inviata lo scorso 4 ottobre al governo spagnolo dopo le polemiche generate a causa di una presunta intervista del Diario de Sevilla dove il segretario di Stato per affari comunitari, Íñigo Méndez de Vigo, sembrava aver detto che non era scritto da nessuna parte che la Catalogna indipendente doveva restare fuori dall’Europa.
 
Ecco quello che ha scritto la commissaria europea nella lettera; “Solo per fini dialettici: se la Costituzione spagnola fosse modificata per permettere il referendum, e se dai risultati venisse fuori la nascita di uno Stato indipendente, questo non farebbe parte in nessun modo dell’Unione europea. Così risulta dall’articolo 52 del Trattato dell’Unione europea, nel quale sono enumerati gli Stati membri del Trattato, tra qui la Spagna. Per questo, un ipotetico nuovo Stato dovrà, come stabilisce l’articolo 49 del Trattato dell’Ue, deve chiedere l’adesione e aspettare la decisione favorevole del Consiglio per unanimità”.
 
Secondo El País, la Commissione europea è ferma nel non essere coinvolta in quella che considera una problematica interna alla Spagna. Ma non può nascondere la sua preoccupazione per gli effetti disastrosi che la separazione della Catalogna – la regione più ricca del Paese iberico – potrebbe provocare sulla già colpita economia spagnola.
 
La preoccupazione merkeliana
 
Artur Mas, presidente della Catalogna, sogna gli Stati Uniti dell’Europa. In quella innovativa idea di una Ue diversa, la Catalogna avrebbe la stessa voce delle altre nazioni europee. Così ha spiegato Mas al quotidiano spagnolo La Vanguardia: “Gli Stati non saranno indipendenti secondo il concetto classico, perché avranno già rinunciato a una parte della loro sovranità per la costruzione europea. Saranno ‘interdipendenti’”, ha detto Mas.
 
Forse per questa insistenza il cancelliere tedesco Angela Merkel ha chiesto informazioni a Mariano Rajoy sulla questione catalana nell’ultima riunione bilaterale tenuta a Bucarest lo scorso 17 novembre. Nell’incontro dei popolari europei i due hanno parlato di Artur Mas, secondo indiscrezioni del quotidiano on line spagnolo Vozpópuli. “Si tratta di un esempio significativo della preoccupazione che esiste in Europa sui fatti politici del nostro Paese, in un momento, e proprio per questo, di grande debolezza per l’immagine della Spagna”, ha scritto la giornalista Cristina de La Hoz per Vozpópuli.
 
L’interessamento americano
 
C’è anche l’evidenza della mancata pedagogia sulla questione catalana nel resto dell’Europa, secondo politici e analisti consultati del quotidiano. In più, c’è stata anche la preoccupazione velata da curiosità da parte dell’ambasciatore degli Stati Uniti, Alan D. Solomont, che ha avanzato da settimane incontri e pareri sulla scommessa di Mas. Anche se ha (molto) altro cui pensare, la Catalogna forse inquieta un po’ anche Barack Obama.


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