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Mediobanca a Monti: l’Italia chieda subito l’aiuto di Draghi

Caro Draghi, salvaci tu. Mediobanca è chiara sui problemi dell’Eurozona, dell’Unione bancaria e sulla posizione dell’Italia. In un report, il capo degli analisti di Piazzetta Cuccia, Antonio Guglielmi, spiega le posizioni di Mediobanca, secondo cui “il mercato ha già ottenuto il meglio di quello che poteva sperare e sembra difficile prevedere ulteriori buone notizie sulle ricapitalizzazioni nazionali e bancarie prima delle elezioni tedesche del settembre 2013”. “Crediamo perciò – si legge nel rapporto – che i rischi potrebbero aumentare di nuovo e che quindi per l’Italia sia arrivato il momento di richiedere l’Omt (le operazioni di acquisto della Bce a sostegno dell’Eurozona)”. Una richiesta di questo tipo “avrebbe un doppio effetto positivo, sia di separare l’Italia dalla Spagna che di minimizzare, allo stesso tempo, il rischio politico derivante dall’elevato stato di incertezza delle elezioni dell’aprile 2013 in Italia”. L’evocazione dell’intervento della Bce segue quello dello stesso tenore lanciato di recente da Prometeia .
 
A livello europeo, Guglielmi parla di “un passo indietro dopo due passi avanti” e di un “ridimensionamento delle nostre aspettative”. Secondo l’analista alla testa del team londinese di Mediobanca Securities “il summit di Bruxelles sull’Unione bancaria la scorsa settimana ha mostrato quanto sia difficile per l’Europa passare dall’impegno a un concreto trasferimento dei poteri”.
 
Guglielmi passa dunque in rassegna gli argomenti di scontro che sono emersi durante il vertice. “La tabella di marcia – si legge – resta incerta, con il termine di gennaio 2012 che sta diventando sempre più improbabile e il 2014 che sembra una scadenza più realistica”. Altro punto di criticità è l’ampiezza della copertura: “L’estensione della supervisione della Bce all’intero universo di 6000 banche resta una domanda chiave senza risposte”.
 
Nel report Guglielmi spiega che si discute anche del tema dell’irretroattività: “Nel caso in cui i Paesi virtuosi abbiano la meglio e non permettano all’Esm di metter mano ai titoli rischiosi esistenti in Spagna, Irlanda (e Italia), la logica complessiva dell’unione bancaria sarebbe indebolita”. Inoltre, sembra emergere uno scontro tra la zona euro e i Paesi che ne stanno fuori. “Se non è chiaro nemmeno come e quando gli Stati della zona Euro creeranno l’unione bancaria, il quadro risulta ancora più confuso sull’adesione dei Paesi che non hanno aderito alla moneta unica”, osserva Guglielmi.
 
Secondo Mediobanca, quindi, “dopo il premio dei mercati per i due passi positivi fatti ad agosto (Omt – Outright Monetary Transactions – e progetto di unione bancaria), siamo ora alle prese con il solito passo indietro politico”. Ma ciò che Guglielmi sottolinea è la prospettiva tedesca, che starebbe cercando di acquistare tempo fino alle elezioni, e il fatto che per l’Italia è tempo di anticipare i mercati e precedere la Spagna.
 
Nel report si legge che “i punti appena sottolineati rendono il tempo del salvataggio delle banche spagnole attraverso l’Esm spagnole estremamente incerto. Sembra che la Germania voglia evitare passi concreti in questa direzione prima di quando del prossimo anno, quando Berlino sarà chiamata al voto. Perciò la Germania ora sta richiedendo all’Unione bancaria di provare la sua operabilità e di testare i suoi poteri supervisori per un po’ prima di attivare l’Esm. Ciò si aggiunge alle dichiarazioni del governatore della Bce, Mario Draghi, secondo cui potrebbero servire dai sei ai dodici mesi per rendere effettive le operazioni di supervisione della Bce”.
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