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Miliband cerca di sedurre l’elettorato Tory

La crisi tra le alte cariche dello stato turco è il segno che le turbolenze siriane si riflettono anche nella politica interna del paese anatolico? Certo è che nessuno più di Ankara soffre le conseguenze della crisi di Damasco. Per la Siria nessun paese si è cosi esposto come la Turchia. Nessun uomo politico della regione ha cercato la fine di Assad come il primo ministro anatolico Erdogan. Ma credere che il cambiamento di regime in Siria fosse altrettanto facile di quello libico è stato l’errore del premier. Erdogan ha accolto in patria il consiglio nazionale siriano, ha dato al libero esercito di Damasco delle basi, ha cercato di creare un corridoio per proteggere dal conflitto la popolazione civile del paese vicino. Ma la Siria non è la Libia e la politica di Erdogan ha reso non più ma meno sicuro il proprio paese. Finora i veri vincitori della battaglia civile in corso a Damasco appaiono essere i curdi. Ed è proprio sul problema della minoranza presente in cinque stati mediorientali, tutti confinanti tra loro che potrebbe nascondersi il nucleo del dissidio tra presidente e primo ministro turco.
 
 
La ratifica del patto fiscale continua a tenere in tensione l´esecutivo francese. Lo scrivono Figaro e Neue Zurcher Zeitung. Il quotidiano di Zurigo riporta il discorso fatto dal primo ministro di Parigi all´Assemblea nazionale nel quale Ayrault si è soprattutto preoccupato di negare che il trattato metta in qualche modo in discussione la sovranità del paese transalpino. Anche le Monde si occupa del dibattito sul trattato europeo e sulla volontà del premier di farlo approvare con i soli voti della maggioranza. Dalla sinistra arrivano però segnali di dissenso soprattutto sui vincoli posti al bilancio, ribadisce le Monde ammettendo che portare in un anno il deficit pubblico dal 4,5 al 3 percento del Pil entro il 2013 comporta sforzi pari a 30 miliardi di euro. Una prospettiva che ha spinto 120 economisti a criticare l´impianto complessivo della politica economica continentale. Secondo gli analisti alla base della crisi attuale non vi sarebbe il debito pubblico, ma ricette fiscali favorevoli ai più ricchi, gli aiuti dati alle banche commerciali, la totale assenza di regole verso crediti e flussi di cui farebbero le spese il lavoro, i servizi pubblici e le attività produttive.   
 
Economia e finanza continentali al centro dell´intervista fatta da Figaro al primo ministro finlandese. Jyrki Katainen fa presente le condizioni del suo paese nel caso in cui la Spagna dovesse chiedere sostegni finanziari alla zona euro e afferma che vi sono stati malintesi riguardo i risultati dell´ultimo vertice europeo di giugno. Dopo la Suddeuschte Zeitung oggi è la Nzz a tornare sul piano europeo della banche. Il giornale riprende quanto affermato nella relazione dell´esperto finlandese Erkki Liikanen secondo cui le attività degli istituti di credito vanno separate da quelle che puntano principalmente agli investimenti.La Bbc apre il dossier delle centrali nucleari europee e del loro stato dopo decenni di funzionamento a pieno regime. Secondo l´inchiesta le centrali continentali avrebbero bisogno di lavori di messa in maggiore sicurezza pari a 25 miliardi di euro. In precedenza la testata francese Figaro aveva affrontato la stessa questione.  Il partito laburista inglese cerca il ritorno al governo e lo fa con la piattaforma nazionale presentata ieri a Manchester da Ed Miliband. L´intervento del leader dell´opposizione britannica punta a conquistare il voto dell´elettorato conservatore, segna il definitivo insediamento del giovane leader alla testa della forza politica di sinistra e dà forma alle speranze di poter sfruttare le difficoltà dell´esecutivo di Londra per un ritorno inaspettato dei laburisti sul ponte di comando della ex potenza imperiale. Di mantello nazionale indossato da Milband parla il Guardian.Lo stato del colosso energetico russo Gazprom torna a essere oggetto delle critiche del Cremlino. Ieri Vladimir Putin ha ribadito per l´ennesima volta che il gigante del gas deve combattere la corruzione presente al suo interno e aggiornare il proprio modello industriale.I rapporti tra Mosca e Washington dopo il divieto fatto dall´amministrazione federale all´agenzia americana per lo sviluppo internazionale sono alla base dell´intervista che il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha rilasciato al Kommersant. Oltre a motivare il blocco delle attività Usaid, il diplomatico parla dei futuri rapporti tra i due paesi e delle conseguenze del sostegno occidentale alla forze del cambiamento in Medio Oriente.
 
A cinque settimane dalle elezioni Usa, monta l´inquietudine repubblicana, afferma le Monde. Da un mese Obama è in testa in quasi tutti gli stati determinanti per vincere la corsa alla Casa Bianca mentre Romney non sembra in grado di rimontare. Un pessimismo che la base Gop non condivide a poche ore dal primo dibattito televisivo elettorale. Con 12 video il New York Times ripercorre i momenti cruciali delle precedenti sfide davanti al piccolo schermo degli aspiranti leader. In realtà esiste un punto in comune tra Obama e Romney ed è l´ostilità nei confronti della Cina sottolinea le Monde. Se per lo sfidante Pechino pratica una politica industriale sleale, il presidente in carica si è appena rivolto all´Organizzazione mondiale del commercio allo scopo di sanzionare le esportazioni cinesi dei pezzi di ricambio per le autovetture. Un editoriale del Washington Post al contrario accusa i due politici di ingannare gli elettori parlando sempre del passato. Un modo secondo il quotidiano Usa di coprire la mancanza di progetti sul futuro del paese.
 
Il primo compleanno del movimento di contestazione americano Occupy dà l´occasione al Los Angeles Times di delineare l´evoluzione di una protesta diventata forse meno occasionale scrive il giornale della east coast Usa, ma che presenta un cahier des doleances tuttora valido e da prendere in considerazione. 
 
Mercato automobilistico Usa drogato dalle sovvenzioni di stato secondo le Monde. Il credito a tassi ridotti sarebbe alla base del sensibile aumento delle vendite di automobili che a settembre hanno raggiunto livelli record dal febbraio 2009. 
 
In Turchia segnali di tensioni tra primo ministro Erdogan e capo dello stato Gul, coppia che finora ha guidato la rinascita ottomana di Ankara. La battaglia, solo verbale al momento, nata dopo le ambizioni presidenziali accennate dal primo ministro, sta arrugginendo rapporti che sembravano inossidabili. Secondo la Welt i dissensi potrebbero portare a gravi conflitti tra le due personalità più in vista del paese anatolico. Le Monde presenta i dissensi come il passaggio dallo stile alla rivalità dei vertici dello stato turco.
 
La crisi della valuta iraniana è dovuta alla guerra psicologica condotta dall´occidente nei confronti di Teheran. Sono le valutazioni fatte da Mahmoud Ahmadinejad dopo il rientro in patria da New York dove ha tenuto il suo ultimo discorso all´Onu. Diverse invece le motivazioni secondo la stampa internazionale della rapida perdita di valore sopportata ultimamente dal rial. L´esecutivo attacca la speculazione interna e internazionale, scrive le Monde. Secondo Nzz i motivi della lunga marcia verso il basso della moneta iraniana sono diversi.
 
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