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Mitt e le donne. Un romanzo tortuoso senza fine

Round two finito. E Mitt Romney di nuovo arranca, sopratutto con l´elettorato femminile. Colpa non soltanto le politiche velatamente discriminatorie e conservatrici del Grand Old Party (Gop), ma sopratutto la goffaggine dello stesso candidato. Interrogato da una spettatrice su cosa avrebbe fatto per chiudere il divario tra gli stipendi dei due sessi (per ogni dollaro di paga maschile l´equivalente femminile è di 72 centesimi) ha scelto di rispondere con il racconto di quando era Governatore del Massachusetts e aveva chiesto al suo staff di adoperarsi per cercare donne da inserire in posizioni manageriali all´interno del gabinetto. Il risultato? Secondo Mitt “un raccoglitori pieni di donne”.
 
L´intento (forse) era genuino ma pochi secondi e la strana metafora a metà tra l´impacciato e l´inquietante ha scatenato un putiferio. Sul sito del social media Tumblr è apparsa una divertentissima pagina piena di foto parodia del commento del candidato del Gop (inclusa una Hillary Clinton con tanto di occhiali neri che si chiede: “Mitt usa ancora i raccoglitori?”) su Twitter l´account @Romneys_Binder ha raggiunto 14 mila followers in meno di tre ore; una fanpage su Facebook apparsa durante il dibattito ha ottenuto 244 mila “mi piace” e nei minuti immediatamente successivi alla sfortunata allegoria, la frase è diventata la terza più ricercata su Google. Un successo dunque, anche se non del tipo in cui i repubblicani speravano. Romney infatti entrava nel ring presidenziale in vantaggio e con la speranza di poter consolidare un momentum positivo in vista del voto del prossimo 6 novembre. Non è andata così. Perché secondo numerosi commentatori quella frase sulle donne evidenzia i limiti del candidato nei confronti dell´elettorato femminile soprattutto dato che ieri sera (ora americana) era la prima volta che si toccava apertamente una “questione rosa” (nel primo dibattito presidenziale quando si è parlato di aborto è stato in termini di opinioni di uomini e non di diritti della donna).
 
E se Obama alla domanda della spettatrice ha risposto “la prima legge che ho firmato come presidente è stata il Lilly Ledbetter Fair Pay Act” per garantire la possibilità a ogni donna sottopagata di fare causa al proprio datore di lavoro, Romney non l´ha mai apertamente sostenuta e ancor peggio il suo vice, Paul Ryan, nel 2009 ha votato contro. Ma c´è di più. La soluzione proposta da Mitt è stata forse peggio della gaffe. Per risolvere il problema del persistente divario tra stipendi vuole affidarsi al libero mercato e alla convinzione che quando l´economia avrà imboccato la strada della ripresa, le richieste di lavoro saranno così tante che le donne troveranno un maggior numero di posizioni ai piani alti (leggi: solo io e non Obama sa creare lavoro e quindi aiutare le donne). Sarebbe bello, ma troppi dubbi rimangono senza risposta. Prima di tutto bisogna capire come mai questo non è già accaduto durante gli anni del boom economico. Secondo: l´idea di Romney fa leva sulla buona volontà del datore di lavoro togliendo ogni responsabilità morale di intervento al governo centrale. Soluzione che alle donne non sembra piacere visto che secondo i sondaggi della società Gallup mentre settimana scorsa il 48 per cento sosteneva Romney, oggi quella percentuale è in discesa. Obama dal canto suo non ha lasciato respiro all´ex governatore. Desideroso di una vittoria schiacciante hal, in più occasioni, puntato il dito sui tagli proposti da Mitt a Planned Parenthood (l´agenzia che si occupa della salute delle donne, inclusi i contraccettivi).
 
Questi secondo il presidente avrebbero un doppio effetto negativo: rendere difficile per le donne l´accesso ai contraccettivi e aggiungere un peso economico alle famiglie della classe media che dovrebbero pagarli di tasca loro. In tutta risposta, a dibattito in corso, lo staff del candidato Gop ha mandato in onda una pubblicità che spiegava come l´ex governatore “non è contrario ai contraccettivi”. E dal canto suo Romney, sempre in diretta, ha raccontato di come qualche anno prima entrato in una discussione con una sua dipendente sulla flessibilità degli orari di lavoro le aveva concesso di andare a casa alle cinque in modo che potesse “occuparsi dei figli e preparare la cena”. “Chi dice a Romney che pensare che sia per forza la donna a dover preparare la cena è una concezione dell´Ottocento?”, si è subito chiesta sarcastica la giornalista Amanda Marcotte sulla rivista Slate. La sentenza definitiva si trova però su Twitter. Dei 7.2 milioni di cinguettii partiti durante i novanta minuti di dibattito, il 17 per cento parlava di tasse, il 16 per cento di politica estera, il 13 per cento di energia e ambiente, l´8 per cento di immigrazione mentre l´hashtag #bindersfullofwomen è diventato un trending topic ma non ha sfondato in termini di tweet complessivi. Un monito che anche se le donne costituiscono il 50.8 per cento dell´elettorato e le questioni di aborto, contraccettivi e diritti sul lavoro sono importanti, anzi importantissimi il prossimo 6 novembre gli americani (incluse le donne) andranno alle urne pensando anche ad altro.
 
Questo articolo è originariamente apparso su: Pubblico

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