Skip to main content

Monti ammira la Thatcher e odia gli evasori

Al momento del ripristino dell’elezione diretta dei governatori, l’allora presidente russo Medvedev aveva definito la riforma un passo importante per la crescita democratica del paese e il primo passo per altre fondamentali trasformazioni. Ma si trattava di illusioni. Prima che le nuove norme entrassero in vigore, l’elezione dei governatori era stata svuotata di ogni significato popolare. È il presidente che consiglia attraverso le nomine i candidati che i parlamenti regionali possono accettare o respingere una sola volta. Un secondo rifiuto comporta lo scioglimento degli organi legislativi locali. Secondo il presidente ora in carica solo cosi sarebbe possibile evitare le tendenze separatiste ancora presenti nel paese. Un punto di vista plausibile ma che non affronta il nodo ancora centrale della Federazione russa a circa 20 anni dal bombardamento del parlamento russo e dalla Costituzione che dava vita all’iperpresidenzialismo di Mosca. Quale equilibrio trovare tra il forte centralismo e la necessità di poteri locali in grado di liberare le energie vitali della popolazione senza mettere a rischio l’unità del più grande paese del mondo.
 
 
Dopo nove anni di nomine dal centro la Russia sceglie di nuovo direttamente il potere locale. Le prime elezioni della tornata presidenziale e legislativa dello scorso anno sanciscono la vittoria di Russia Unita scrive Kommersant, notando come la partecipazione al voto sia stata molto bassa, dal 7,72% di Vladivostok al 56,95 di Volgograd, e non esente da brogli. Irregolarità confermate al giornale russo da Denis Panshin, leader degli osservatori per la regolarità dello scrutinio e supportate da registrazioni video una delle quali messa online dalla radio Eco di Mosca.Su questo tema si concentrano anche Neue Zurcher Zeitung e Moscow Times. Il quotidiano di Zurigo parla di “pastette” in ballottaggi che non hanno riservato sorprese, mentre il giornale russo in lingua inglese dà risalto alle dichiarazioni di Golos, la Ong specializzata nel controllo dei processi elettorali in Russia. Il New York Times sottolinea invece la scarsa partecipazione alle urne in quasi tutti i soggetti federali che votavano per nuovi sindaci, parlamenti regionali e consigli comunali, mentre il Washington Post evidenzia la debolezza dell´opposizione incapace, tranne scarse eccezioni, di presentarsi al giudizio elettorale.
 
Intervista di Mario Monti al britannico Indipendent. Il primo ministro italiano esprime la propria ammirazione per Margaret Thatcher e ricorda l´importanza per il nostro paese della lotta all´evasione fiscale.
 
Il capo del governo bavarese torna sul mancato accordo Bae-Eads per accusare l´esecutivo tedesco. Secondo Horst Seehofer Berlino porta le responsabilità per la mancata fusione tra i colossi europei di aviazione e difesa. La politica non dovrebbe mai mettere bocca nelle trattative tra imprenditori, afferma Seehofer allo Spiegel.  
 
Ogni sondaggio un passo indietro. Il movimento tedesco dei pirati prosegue la tendenza in calo dopo i picchi di inizio anno. Lo notano Spiegel e die Welt. Il quotidiano di Amburgo ritiene che la tanto proclamata trasparenza del partito sia una utopia tecnocratica dietro la quale si nascondono ambiguità e tratti totalitari.    Il Nobel all´Europa è affrontato dal New York Times che nota però come l´incapacità di fare passi avanti sul tema dell´unità stia facendo perdere al Continente l´appello e il prestigio conquistato durante il processo di integrazione iniziato nel dopoguerra. Su le Monde il ministro dell´economia francese, Pierre Moscovici, ritiene che l´Ue potrà ritrovare l´amore dei popoli nel momento in cui tornerà a offrire prospettive di crescita. La frustrazione degli attivisti per i diritti umani russi è evidenziata dal Moscow Times che riporta le dichiarazioni di Ludmila Alexeyeva, la più prestigiosa tra i combattenti per le libertà individuali in Russia. La Ong federale Memorial era tra i candidati alla vittoria del Nobel poi andato a Bruxelles.   
 
Il Nobel per la letteratura andato al cinese Mo Yan spinge la Frankfurter Allgemenie Zeitung ad aprire il dibattito su scrittori e i rapporti tra politica e arte dello scrivere. La Faz si chiede se Mo sia un opportunista oppure se le relazioni tra letteratura e politica siano più complicate di quanto chiede chi pretende maggiore dissidenza dallo scrittore che ha ricevuto il premio letterario più ambito al mondo.L´ingresso del Qatar nell´organizzazione internazionale per la francofonia suscita polemiche sulla stampa francese. Le Monde critica il fatto che la monarchia del Golfo sia entrata nell´Oif direttamente come stato associato senza passare per lo status di osservatore come avviene normalmente. Doha sotto osservazione a Parigi per gli investimenti in programma nelle banlieue francesi, inquieta anche per le ambizioni di sviluppare la propria influenza nella musulmana Africa del nord, soppiantando spesso le scuole di lingua francese.  Il Pakistan sta reagendo con indignazione al tentato omicidio talebano verso la quattordicenne Malala Yousafzai. Il Los Angeles Times ritiene però che il governo di Karachi non abbia nè la volontà, nè le forze in campo per sfruttare l´atmosfera anti fondamentalista dominante nel paese per sferrare un colpo che potrebbe essere decisivo per battere i terroristi islamisti.
 
Primo passo falso per il presidente egiziano Morsi che perde la battaglia per portare sotto il proprio controllo il potere giudiziario del Cairo. Il capo dello Stato non ottiene le dimissioni del procuratore generale della capitale e spiega che era stato frainteso.La tassa sui patrimoni è una buona idea. Lo afferma Joseph Stieglitz alla Welt. Il Nobel per l´economia mette in guardia la Germania dal prendere come modello gli Stati Uniti.  


×

Iscriviti alla newsletter