Sotto tono oggi la festa a San Pietroburgo per il secondo ramo del gasdotto Nord Stream. Quello che era previsto come un passo avanti nei rapporti energetici russo-europei avviene mentre Gazprom fa fronte a un procedimento con cui Bruxelles accusa il colosso dell’oro azzurro mondiale di violare le regole della concorrenza riguardo i prezzi del gas.Il secondo braccio della pipeline, oltre 1200 km dalla costa russa fino a Greifswald in Germania, si aggiunge a quello già operativo dal novembre 2011. Il progetto costato 7,4 miliardi di euro, 2,6 solo per i tubi in acciaio, raddoppia cosi le capacità di trasporto che raggiungono i 55 miliardi di metri cubi l’anno. Entro il 2012 si deciderà se ai due rami in funzione ne vadano aggiunti altri. Al riguardo il direttore di Nord Stream, Dirk von Ameln, ha già presentato lo studio di fattibilità agli azionisti cui spetta l’ultima parola.Meno gas per l´EuropaFinora il primo tratto del gasdotto del Mare del nord ha funzionato al 35% delle proprie capacità, circa 9 miliardi di metri cubi di idrocarburi trasportati dall’apertura di Nord Stream. Secondo la società che gestisce il progetto energetico si tratta di uno sviluppo tipico della prima fase di ogni nuovo gasdotto. La Germania, al momento principale cliente di Gazprom, nella prima metà del 2012 ha acquistato 17 miliardi di metri cubi di gas russo, circa l’11% in meno rispetto lo stesso periodo dello scorso anno. La struttura cui il Cremlino ha concesso il monopolio nell’export di oro azzurro ha visto calare le proprie forniture complessive verso il vecchio continente di circa il 9%, 55 miliardi di metri cubi.Ciononostante lo studio di fattibilità sul terzo o quarto braccio di Nord Stream ha dato risultati positivi. A giugno il capo del colosso energetico di Mosca ha annunciato che per uno dei due rami del gasdotto potrebbe variare anche la composizione dei membri di gestione della società. Molto probabilmente Miller si riferiva alla compagnia inglese Bp che secondo le affermazioni del manager russo aveva manifestato interesse al progetto.Alla società Nord Stream AG, partecipano Gazprom per il 51%, le compagnie tedesche Wintershall ed Eon ciascuna al 15,5%, la francese Gdf Suez e l’olandese Gasunie rispettivamente col 9% a testa. Come ha sottolineato Miller il terzo o quarto braccio di Nord Stream dovrebbe raggiungere la Gran Bretagna. Da queste parole molta acqua è passata sotto i ponti. Dopo diverse esitazioni il progetto energetico di Shtokman, il giacimento nell’Artico che doveva rifornire essenzialmente Nord Stream, è stato rimandato a data da destinarsi. Ma è una storia completamente diversa.
Nord Stream raddoppia fra le traversie di Gazprom
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