Altro che speranze di ripresa. Altro che la recessione sta per finire. Altro che l’Europa è salva. Non tutti si accodano a quella che sembra essere più un’aspirazione che una realtà. Basta leggere un documento riservato che circolano in ambienti finanziari per rendersene conto.
Non si scorge alcun ottimismo nell’analisi economico-strategica dell’eurozona nel report di ottobre curato da Amundi, società di gestione del risparmio francese che nasce dall’integrazione di Crédit Agricole e Société Générale nel campo dell’asset management.
Nel report si sottolinea che Italia e Spagna hanno due situazioni diverse e due cammini differenti. “La mancanza di differenziazione e l’elevata correlazione sono problemi tipici delle crisi finanziarie: nazioni o settori con fondamentali differenti sono trattati nello stesso modo. Durante momenti di stress finanziario, diventa quindi necessario condurre degli studi sul ‘valore relativo’. Da questo punto di vista, la differenza tra Italia e Spagna risulta evidente: modello di crescita, dinamica del debito pubblico, debito dei privati, prestiti a scarso rendimento, settore immobiliare, credibilità, solvibilità, stabilità politica, competitività”. “In nessuno di questi elementi la Spagna presenta una situazione più favorevole rispetto all’Italia”. In questo senso lo studio contraddice le conclusioni del report di Mediobanca, in cui si afferma che l’Italia dovrebbe richiedere immediatamente l’intervento della Bce, ancor prima della Spagna.
Per Amundi, Madrid rimane l’anello debole della catena dell’Eurozona. “Dai Ltro, i dubbi circa la liquidità delle banche sono spariti. Rimane il problema delle banche spagnole, le quali sono state oggetto di un controllo di conformità (necessari 60 miliardi di euro per la ricapitalizzazione)”. La sorte delle banche spagnole – secondo gli strateghi di Amundi – è legata alla ricapitalizzazione e alla progressione dei prestiti a scarso rendimento. La Spagna – prosegue il report – non è in grado di risolvere da sola tutti i suoi problemi. Essa dovrà – e in fretta – rivolgersi al meccanismo di sostegno europeo. Ciò faciliterà il finanziamento del suo debito, ma dovrà garantire il perseguimento di misure di austerità. Le tensioni sociali rischiano di peggiorare. Lo spread con l’area euro si è allargato nelle ultime due settimane. La Spagna rappresenta il rischio più rilevante per l’area euro (rischio di contagio, insolvibilità, rating…)”.
Ma a preoccupare gli analisti di Amundi sono le previsioni sull’intera eurozona, che “registrerà una crescita nulla nel 2013 (la previsione precedente era di 0,7%). La recessione sarà severa anche in Spagna ( -1,3% nel 2012, -1,8% nel 2013). Il peggioramento della recessione non sarà senza conseguenze per le finanze pubbliche. Essa porterà maggiori inquietudini per quanto riguarda la solvibilità in alcuni paesi, Spagna in testa”.