La disputa bersaniana sulla candidatura di Massimo D’Alema sembra una commedia di De Filippo ma, ahinoi, non fa ridere. A parte la considerazione di simpatia e stima che suscita lo storico leader della sinistra italiana (ci riferiamo all’attuale presidente del Copasir, come è evidente), qui emerge fra le righe una scomoda verità.
O il Pd pensa che si vada a votare con la nuova legge elettorale che prevede le preferenze, e allora ci sarebbe da malignare che Bersani tema che possa esserci chi prende più voti di lui. Oppure, ed è la tesi che si sembra più probabile, il partito Democratico scommette (e tifa) sulla conservazione dell’attuale legge elettorale. Se resta il Porcellum, è chiaro che a D’Alema – come a qualunque altro candidato – non serve il consenso degli elettori ma di quello del segretario. E se Bersani punta al Porcellum per negoziare il suo primato politico, cosa aggiungere? E’ una partita finita prima di iniziare.