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Renzi e Alfano, rottamatori paralleli ma non troppo

C’è un Renzi che dorme in Alfano. Forse al giovane segretario del Pdl non farà piacere questo paragone ma Il Foglio oggi si lancia in un inedito parallelismo tra lui e il sindaco rottamatore del Pd. In un articolo dal titolo “Adesso!”. “E adesso?”, il corsivista Stefano Di Michele traccia in punta di penna una fenomenologia dei due: “Quasi coetaei, entrambi spinti sul proscenio del partito dallo spavento dell’estinzione dello stesso. Ma Matteo gode di una fortuna che Angelino non può permettersi: i nemici”.
 
Per fare breccia nell’immaginario della folla, lo scontro deve apparire realmente pericoloso, spiega la firma del Foglio con un passato all’Unità, e con i Veltroni, D’Alema e lo stesso Bersani che ha incontrato sulla sua strada, per l’outsider toscano lo è stato davvero. Dall’altra parte invece, tra i gladiatori da affrontare l’unico degno di nota è stata forse Nicole Minetti “che peraltro, a ultimatum ribadito, fa spallucce, indossa il bikini e sfila in passerella”. I nemici di Alfano in realtà ci sarebbero, e tanti, ma “la sua condizione di capo del partito gli lega le mani e gli chiude la gola”.
 
Così, agli occhi degli elettori il Partito democratico potrà sembrare pur litigioso ma almeno vivo: “Proprio il sugo della vita che scorre a sinistra certifica lo scontro ma in qualche modo anche una buona vitalità: c’è contesa vera, perciò c’è vera vita. Tutta salute”. Per scuotere questa situazione pirandelliana, il Pdl pensa di ricorrere ancora una volta, come estrema ratio, “all’antico, primario, rottamatore”, Berlusconi: “Colui che vent’anni fa come ruspa liberale passò a rimuovere le macerie della più fantomatica rottamazione della storia italica”. Intanto, in attesa di avere un cenno da “un Cav-scrivano Bartleby che un giorno ‘preferirei di no’ e il giorno appresso ‘preferirei di sì’”, Alfano ruggisce. Ma non lo sente nessuno.


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