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Todi 2, ecco il nuovo manifesto dei Cattolici

Todi, un anno dopo. Il Forum delle associazioni di ispirazione cattolica del mondo del lavoro si è ritrovato ieri e oggi nella cittadina umbra dove dodici mesi fa i promotori avevano dato la loro disponibilità “ad impegnarsi al servizio del Paese, in un momento di gravissima crisi morale, politica ed economica, chiedendo al contempo l’apertura di un nuova fase politica in forte discontinuità con la precedente”.
 
Oggi che quella stagione appare lontana, il giudizio che emerge dall’assise sull’esperienza del governo Monti è sostanzialmente positivo. Ad esso, si legge nel documento finale, va “l’indubbio merito di aver ridato dignità alle istituzioni, garantendo una forte ripresa di credibilità del Paese a livello europeo ed internazionale´´, ma non basta.
Il Forum denuncia l´attuale “stato di incertezza delle forze politiche partitiche´´, si impegna ´´affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica situazione precedente” ma detta quest’anno anche una vera e propria agenda con proposte concrete e “non più rinviabili”.
 
Le riforme istituzionali
Oltre al nodo della legge elettorale da risolvere restituendo il potere di scelta ai cittadini, nel manifesto si sottolinea la necessità di riforme istituzionali con gli obiettivi di ridurre i costi della politica, semplificare la struttura delle competenze istituzionali, incrementando l’assunzione di responsabilità delle singole istituzioni, e semplificando radicalmente i processi amministrativi e autorizzativi, liberare risorse nella direzione della sussidiarietà orizzontale coinvolgendo le imprese e le organizzazioni privato/sociali nella erogazione dei servizi di pubblica utilità.
 
A Todi si è parlato anche di una vera e propria costituente che riguarda l’organizzazione dello Stato e quindi la seconda parte della Costituzione per promuovere un federalismo solidale basato sulla riforma del Titolo V della Costituzione riducendo drasticamente le competenze concorrenti tra Stato e Regioni, con l’introduzione di poteri sostitutivi. Questa riforma va collegata alla introduzione di un Senato federale, superando l’attuale anacronistico bicameralismo paritario.
 
Il lavoro al centro
Per l’associazionismo cattolico, occorre ridare centralità al lavoro, facendo in modo che nuova imprenditorialità e diffusa responsabilità sociale creino i presupposti per un autentico sviluppo, economico ed insieme umano. In quest’ottica la prospettiva è un patto fiscale tra lavoro, imprese e famiglie e concentrare gli sforzi per favorire politiche per l’occupazione giovanile.
 
Per la crescita
Per liberare risorse per la crescita occorre abbattere in modo consistente il debito pubblico. Fra le proposte avanzate si è parlato di un fondo per lo sviluppo europeo e di un fondo immobiliare italiano finalizzato a valorizzare il patrimonio pubblico e di raccogliere prestiti obbligazionari.
Per favorire la crescita occorre non solo un’innovazione del sistema imprenditoriale ma con la stessa urgenza un abbassamento della pressione fiscale e una severa lotta all’evasione fiscale.
Per contribuire allo sviluppo del territorio, si legge, bisogna puntare su infrastrutture più idonee e servizi più efficaci.
 
La nuova stagione dell’impegno cattolico
L’impegno, viene ribadito, è quello di creare “una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”, secondo l’accorato appello di Papa Benedetto XVI”. Le parole d’ordine per formarla sono onestà, rigore morale e sobrietà.


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