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Usa 2012 for Africa?

Si scaldano i motori per l´ultimo dibattito presidenziale, quello decisivo, sulla politica estera. I riflettori sono su Afghanistan, Iraq, Medio Oriente. E l´Africa? Brookings institute chiede apertamente al moderatore, Bob Schieffler, di farsi interprete dell´interesse di questo centro studi per il Continente nero, che il presidente francese François Hollande, non senza enfasi e non senza segnare un distacco dai cantori del “secolo asiatico”, definisce “continente del futuro”.
 
Per Brookings, bisogna guardare a un´area sub-sahariana dove sta succedendo di tutto: una crescita economica senza precedenti, ma anche sacche di instabilità gravissima e conflitti (Mali, Somalia, Sudan, Congo) non ancora risolti. Il problema, come è nelle corde della Brookings, è posto in termini di governance economica e politica.
 
Le esportazioni Usa verso questa regione sono aumentate del 23% nell´ultimo anno. A esse sono agganciati 100mila posti di lavoro negli States. Eppure le istituzioni commerciali di supporto (il Dipartimento del commercio in primo luogo) vedono la loro presenza tagliata, presumibilmente per ragioni di bilancio – ma forse anche per un´assenza di visione su un´area che nessuna parte politica e nessun Presidente ha coltivato particolarmente (tranne forse Bill Clinton nel
secondo mandato).
 
Se consideriamo che la stessa ambasciatrice all´Onu Susan Rice ha fatto del mancato intervento in Rwanda nel 1994 uno dei momenti di svolta della sua formazione internazionale, e che la promessa di sostenere democrazia e diritti umani è stata lì disattesa proprio da un´amministrazione democratica, la questione di una politica estera americana per l´Africa sub-sahariana si pone in termini molto importanti per Obama, che di quella tradizione interventista e liberal è stato un interprete non sempre lineare.


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