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Viaggio nella radio di Mosca candidata al Nobel per la pace

Vincere il Nobel per la pace a soli 22 anni? Difficile ma può succedere quando si tratta di una radio come Eco di Mosca. Per ora il primo passo è stato fatto. La radio è candidata al premio. Era da tempo che a Mosca correva voce che il massimo riconoscimento per la pace potesse finire a qualche struttura dell’opposizione “seria” russa.
Innanzitutto all’organizzazione per i diritti umani Memorial. Invece la novità che potrebbe essere la radio dell’Arbat a ricevere il premio è arrivata dal suo direttore, Alexej Veneditkov. Prima attraverso il suo microblogger poi con la conferma a Bbc e Reuters.
 
Gorbacev lo sponsor nell´ombra
“Non so chi possa aver avanzato la candidatura di Eco”, ha fatto presente il giornalista ai due media. Difficile non indovinare il misterioso sponsor. È lo stesso direttore di Eco a fare il nome dell’ex leader sovietico, Mikhail Gorbacev. Uno che il riconoscimento l’ha già ha avuto.
Breve, ma piena di avvenimenti che farebbero l’invidia di qualsiasi media, la vita di Eco di Mosca. Nata il 20 agosto del 1990 in una cantina a due passi dal quartier generale del Kgb, la radio è da allora un bastione dell’informazione libera e critica del paese.
I primi ad accorgersene sono stati gli autori del putsch che esattamente un anno dopo si schierava contro le aperture democratiche del regime volute proprio da Gorbacev. Ai megafoni dei militari, la radio ha opposto trasmissioni messe in onda insieme alla società telefonica di Mosca. Così è stato possibile trasmettere in diretta la resistenza di Boris El’tsin e dei carri armati lealisti schierati a difesa della nuova Russia.
Guerre cecene, attacco al teatro Dubrovka, strage dei bambini di Beslan e le altre catastrofi che hanno seguito i primi passi incerti del tentativo democratico russo, hanno sempre visto un corrispondente della radio trasmettere dal vivo quello che vedeva con i propri occhi.
 
Un milione e mezzo di ascoltatori
Oggi Echo di Mosca è la prima emittente della Russia. Ogni avvenimento importante è seguito da notiziari continui. Ogni problema analizzato in talk show dove il moderatore è accompagnato da veri esperti. Altrettanto si può dire riguardo la vivace presenza di giornalisti stranieri nelle trasmissioni serali. Sondaggi e votazioni in tempo reale l’altra caratteristica che fa di Eco un esperimento originale e riuscito nonostante le difficoltà non siano mai finite.
Nata dall’iniziativa di una decina di giornalisti, oggi la radio vanta una redazione composta da 300 redattori e collaboratori. Seguita, solo a Mosca, da 650mila ascoltatori. Un milione e mezzo invece l’auditorio federale. Senza contare il pubblico di internet.
Con Gazprom principale azionista, la radio fa naturalmente attenzione alla propria autonomia. Non siamo struttura di opposizione afferma Veneditkov, ma un media indipendente che offre spazio a opinioni libere. L’ascoltatore ha diritto a conoscere tutti i punti di vista in gioco e formarsi in questo modo una propria opinione.
Se verrà, il Nobel non potrà che dare più forza all´Echo di Mosca e a chi spera di vedere la Russia imboccare definitivamente la strada del pluralismo e della tolleranza.
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