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Un nuovo default per l´Argentina?

L’Argentina rischia un’altra volta il default sui pagamenti. In un solo colpo, l’economia del Paese sudamericano è regredita di cinque gradini a seguito dell’annuncio dell’agenzia di rating Fitch: da “B” a “CC”. Secondo l’agenzia di valutazione, dopo la condanna di 1,33 miliardi di dollari che lo Stato deve pagare ad alcuni fondi speculativi detentori del suo debito è molto probabile un default sui pagamenti del Paese. L’outlook resta “negativo” e non è da escludere un ulteriore arretramento nei prossimi mesi.

Tra crisi globale e politiche sbagliate
Un articolo pubblicato sul sito Economy Weblog riferisce le dichiarazioni di un importante imprenditore: “L’Argentina è l’unico Paese al mondo che sembra avere come obiettivo quello salire molto in alto per potere suicidarsi in grande”. Ma quali sono i motivi di questa nuova crisi argentina? Tra gli analisti economici argentini ci sono due scuole di pensiero. I più ottimistici spiegano il crollo finanziario come naturale conseguenza della crisi economica globale. Se sono in recessione i Paesi dell’eurozona, è inevitabile che ci siano ripercussioni sull’Argentina. Altri analisti criticano le scelte della politica economica del presidente Cristina Fernández de Kirchner. La spesa pubblica è fuori controllo, secondo il rapporto del Centro di ricerca delle finanze dell’Università Torcuato di Tella. Il potere di acquisto degli argentini nel primo semestre dell’anno è caduto del 15%. L’inflazione ha provocato il rifugio dei capitali nel dollaro, il che ha generato una grave svalutazione del peso argentino. Gli investimenti stranieri diretti sono caduti drammaticamente. L’Argentina occupa il sesto posto in America Latina come meta per l’iniziativa imprenditoriale (in passato era il secondo) e negli ultimi anni sono fuggiti circa 50 miliardi di dollari di capitale. Il governo non solo non ha creato politiche di stimolo per attrarre investitori ma porta avanti processi di nazionalizzazione che spaventano aziende e imprese. Nella vicenda della nazionalizzazione della petrolifera Repsol -YPF ci ha rimesso non solo la Spagna.

Il fattore B
La crisi argentina è il risultato della somma di due fattori negativi: la crisi internazionale e le sbagliate scelte del governo della Kirchner. E qual è il vicino più importante dell’Argentina? Nell’analizzare la crisi bisognerebbe tenere conto anche dalla riduzione del flusso commerciale che proviene dal Brasile, il principale partner commerciale dell’Argentina. Circa il 20% delle esportazioni totali del Paese sudamericano (e 40% delle esportazioni del settore industriale) vanno direttamente al mercato brasiliano. Nonostante sia un’economia emergente dei Brics, il Brasile ha sofferto i colpi della recessione mondiale e questo flusso si è ridotto. Solo durante il primo trimestre del 2012 il Pil del Brasile ha avuto una crescita del 0,8%, poco rispetto al 4,2% del primo trimestre dell’anno precedente. Secondo il quotidiano argentino Página 12 la riduzione degli scambi commerciali con il Brasile è diminuita del 46% nel 201. E le gravi conseguenze sull’economia argentina devono ancora arrivare.

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