Anche in Francia, come in Francia è partita una sorta di consultazione sulle politiche del comparto come avviene nel nostro Paese con un documento predisposto dal ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera.
Il dibattito sulla transizione energetica voluto da Francois Hollande è cominciato ieri per tentare, entro l’estate prossima, di valutare i bisogni del Paese fino al 2025 e le opzioni per soddisfarli, mentre dal tavolo non sono escluse discussioni accese su nucleare o gas di scisto. “Non ci sono argomenti tabù e si possono esprimere tutte le idee”, ha dichiarato ai giornalisti la ministra dell’Ecologia e dell’energia, Delphine Batho, difendendo “un grande dibattito civile, popolare e accessibile a tutti”.
Il dibattito è stato lanciato formalmente alla prima riunione del “Parlamento”, che ha riunito 112 membri dei sette collegi (Stato, collettivi, associazioni, patronati, sindacati, eletti e camere consolari). La prima seduta, “di studio” secondo Madame Batho, è durata tre ore, durante le quali si sono principalmente discusse le questioni di metodo e organizzazione del processo che durerà probabilmente sette-otto mesi.
Gli obiettivi
In nome di una necessaria transizione energetica, il capo di Stato ha fissato i seguenti obiettivi: ridurre la parte nucleare della produzione elettrica dal 75% al 50% entro il 2025, chiudere Fessenheim a fine 2016, sviluppare le energie rinnovabili e tutte le fonti di risparmio possibili, in particolare negli edifici. La Francia punta a essere meno dipendente da energie fossili, il cui costo aumenta continuamente, emettere meno gas a effetto serra (4-5 volte in meno nel 2050), e, in generale, e consumare meno energia.
I tempi
I lavori dovranno partorire delle raccomandazioni che andranno a far parte di una legge di programmazione energetica, prevista inizialmente per la metà del 2013, ma che sarà presentata a settembre, per lascire alle regioni il tempo di discutere, come ha confermato al termine della riunione Batho.
I prossimi passi
La prossima seduta del consiglio nazionale, in programma il 13 dicembre, dovrà convalidare una “carta del dibattito”, la quale permetterà di costituire un comitato cittadino rappresentativo della società, che potrà partecipare alle discussioni, assieme al comitato di “pilotaggio”, formato da sei personalità e dalla ministra dell’Ecologia, e dal comitato di esperti, presieduto dall’economista Alain Grandjean, incaricato di discutere di temi esplosivi come l’atomo e i gas di scisto.
Le critiche degli ambientalisti
Non sono convinti dell’iniziativa Greenpeace e Les Amis de la Terre, secondo i quali “non ci sono” le condizioni per una “reale transizione energetica”. Alcuni attivisti di Greenpeace si sono invece dati appuntamento davanti al ministero dell’Ambiente per distribuire volantini e denunciare il “crash climatico” del progetto dell’aereoporto Notre-Dame-des-Landes, vicino a Nantes.