Caro direttore,
se è vero che Milano e la Lombardia, in politica, sono un´anteprima di quello che sta per succedere in Italia, allora i segnali che arrivano sono incoraggianti.
Il Celeste è stato finalmente fatto fuori e le candidature per la sua successione sono da guardare con interesse. Lasciando da parte Roberto Maroni (ci vorranno generazioni per dimenticare Belsito, Trota, cerchio magico, ampolla del Po, Padania ecc.) centrodestra e centrosinistra hanno due nomi più che presentabili.
Gabriele Albertini non è esattamente un uomo nuovo, essendo stato sindaco di Milano portato da Silvio Berlusconi. Però ha retto con dignità Palazzo Marino e, se eletto, farà probabilmente altrettanto dall´ultimo piano di quella follia che è il nuovo grattacielo della Regione, nato dalla megalomania di Roberto Formigoni.
L´elettorato di sinistra può invece puntare su Umberto Ambrosoli: persona eccellente, non c´è dubbio, per la quale ho visto che Formiche.net si è spesa con il suo endorsement. Non si possono che condividere le argomentazioni a suo favore, con un unico neo: non ha mai gestito nulla di rilevante. E la Lombardia, uscita da 18 anni di cura Formigoni, ha bisogno di mani esperte. Comunque, se verrà eletto, ce la metterà tutta per fare bene e, sono convinto, ci riuscirà.
La cosa bella è che la Lombardia ha di fronte a sé un´alternativa virtuosa: se fosse così a livello nazionale, ci attenderebbe un futuro incoraggiante.
Su questo quadro roseo incombe però una minaccia: quella dell´inquinamento. Si aggirano per la politica italiana personaggi di secondo-terzo ordine desiderosi di agganciarsi a un carro che pensano possa risultare vincente.
Se per esempio uno dei due candidati ottenesse il sostegno di Oscar Giannino e del suo Fid (Fermare il declino) ne risulterebbe infettato. Bisogna che entrambi si attrezzino con un Big (Buttare i Giannino).
Cordiali saluti
Gianni Gambarotta