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C’era una volta l’Italia dei (dis)valori

Che c’azzeccano i “Valori” nella guerra intestina in corso all’interno del suo partito non saprebbe spiegarlo nemmeno lui, Antonio Di Pietro. Dopo l’inchiesta di Report, l’Italia dei Valori è piombata in un caos da cui è difficile vedere la luce. E il fatto che sia lo stesso Di Pietro a dichiararne il decesso, “L’Idv è morta a Report”, ha detto ieri in un’intervista al Fatto Quotidiano, non promette nulla di buono.
 
L’ira di Donadi
Le parole dell’ex pm al quotidiano diretto da Antonio Padellaro hanno suscitato l’ira di Massimo Donadi. In un’intervista all’Unità, il capogruppo dell’Idv paragona Di Pietro a Berlusconi: “Con noi parlava di rilancio del partito, di date del congresso, poi va al Fatto quotidiano e dichiara sciolto il partito”.

”Di Pietro – osserva – stava lavorando da tempo a un percorso di avvicinamento con Grillo che si è perfezionato dopo un lungo lavorio sotterraneo” perché “Grillo non vuole l´Idv, vuole Di Pietro” e “Antonio” ha dimostrato un “cinismo sconvolgente”.
 Donadi aggiunge poi di sentirsi “truffato e tradito” e spera che si possa lavorare a una “nuova Idv”.
E sul ticket profilato ieri da Grillo sul suo blog, lui a Palazzo Chigi e Di Pietro al Quirinale, Donadi ironizza a SkyTg24: “Un´Italia del genere sarebbe come il Messico di Pancho Villa e Zapata”.
 
Idv… o Dc?
Ma le critiche non risparmiano neanche Donadi. Il deputato Francesco Barbato critica la sua scelta di convocare un’assemblea straordinaria a dicembre per introdurre nuove regole sulla trasparenza del partito a seguito dell’inchiesta di Milena Gabanelli. “Si deve dimettere dal suo ruolo: è lui che ha introdotto le correnti, contaminando l’Idv con pratiche democristiane”.
 
La liason con la Fiom
La nuova Idv cui sta lavorando Di Pietro la racconta al quotidiano Pubblico Maurizio Zipponi, ex Fiom, ex Rifondazione, oggi uno degli uomini più ascoltati da Di Pietro. L’idea è quella di lanciare a dicembre “una grande fase costituente” per trasformare l’Idv in un nuovo soggetto molto più grande di quello attuale”, dice il responsabile Lavoro del partito dipietrista. E tra i soggetti principali verso cui rivolgersi c’è la Fiom e “quei soggetti con cui dialoghiamo da mesi”. Strizzando l’occhio a Beppe Grillo.
 
L’asse con Grillo
Anche se Bersani l’ha già bollato come “una direzione non utile al Paese”, l’asse tra Di Pietro e Grillo sembra ormai acclarato. Almeno via web, dove ieri si è assistito a una corrispondenza di amorosi sensi tra i due. Al peana sul blog del comico è seguita ieri sera una lettera dell’ex pm sul suo blog indirizzata al comico genovese: “Caro Beppe, hai visto che casino sta venendo fuori a seguito della mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano? E, soprattutto, del tuo successivo post in cui hai affermato che mi vedresti bene a fare il Presidente della Repubblica?”.
 
All’ipotesi paventata dall’ex pm che l’Idv possa non raggiungere la soglia di sbarramento del 5%, l’augurio è che “almeno in Parlamento ci possano andare tante persone perbene che ho visto nascere e crescere attorno al Movimento 5 Stelle. Sono ragazze e ragazzi puliti che, stufi pure loro, come noi, di stare ad aspettare che chi sta al Governo pensi un po` al bene comune, si stanno rimboccando le maniche per occuparsi direttamente loro della cosa pubblica”.
 
Il futuro di Di Pietro
Ma quale sarà il ruolo di Di Pietro in questo nuovo soggetto? Secondo il capogruppo dell´Idv al Senato, Felice Belisario, “Di Pietro, come promotore del rinnovamento, si porrà come padre nobile della nuova creatura”.

”Se Di Pietro ha avviato un rinnovamento non può rimanere non rinnovata la leadership del partito” aggiunge Belisario osservando che “sui libri di storia Antonio Di Pietro, nella nostra storia contemporanea, è un punto di riferimento”.
 
La parabola dell’ex pm
E mentre il suo avvenire politico appare incerto, sui giornali si traccia la storia politica dell’ex pm. Se per Pierluigi Battista sul Corriere della Sera il precipitare della situazione ricorda la legge del contrappasso, il fustigatore dei politici che finì fustigato, Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano si lancia in una difesa controcorrente dell’ex pm: “Con tutti i suoi difetti ed errori, Di Pietro non s’è lasciato mail omologare, anche contro il proprio tornaconto”. Dopo quello di Grillo, un altro premio di consolazione?


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