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Caro Monti, fai come Brunetta

Il voto è positivo, un 7 pieno, per questi primi dodici mesi di governo Monti. Michele Gerace, promotore del movimento degli Outsider si inserisce nel dibattito avviato su Formiche.net sull´operato dell´esecutivo dei tecnici. Dando un consiglio a Palazzo Chigi: “Il governo sta affrontando questioni che riguardano il futuro dell´Italia e che prima del suo insediamento erano considerate riserve indiana”. Per Gerace “temi come l´innovazione, i giovani, il lavoro non vanno considerati nella dimensione del futuro, come sempre è stato fatto, ma nel presente. Tutto è stato scaricato in avanti e il problema del non futuro che abbiamo è che nel passato ci è occupati molto poco del presente”. In questo senso, il governo Monti segna uno spartiacque da cui non bisogna tornare indietro. Tra i meriti del governo, l´outsider annovera anche il “coraggio di provare ad affrontare tutte le questioni, anche se con un´asticella delle attese troppo elevata perché potesse corrispondere all´operato”.

Passera, Riccardi e Barca promossi

Nella lista dei ministri promossi da Gerace, ci sono:

Corrado Passera (Sviluppo economico, infrastrutture e trasporti) “che ha condotto il lavoro sulle start-up con una task force di persone non ministeriali che mai sarebbe stata coinvolta altrimenti”;

Andrea Riccardi (cooperazione e integrazione): “Per quanto silenzioso e tirato per la giacchetta, ha saputo portare avanti un lavoro intelligente di posizionamento dell´Italia al di fuori dei propri confini a livello cooperativo. Sarebbe interessante valutare con lui come affrontare le politiche giovanili, non in un´ottica a se stante, come interpretata da tutti sino a qui, ma in modo trasversale rispetto al resto dell´agenda di governo”;

Fabrizio Barca (coesione territoriale), “l´unico a rilevare due elementi significativi e cioè l’esistenza di un vero e proprio tesoro di svariati milioni di euro non utilizzato e finito in un residuo passivo non più spendibile e una delibera Cipe del 2011 di due miliardi che doveva fare la fine degli altri ma a cui il ministro sta cercando di trovare una soluzione”.

I difetti

Il governo avrebbe potuto fare di più, secondo Gerace, “per esempio dando un segnale di discontinuità in tema di concorsi pubblici: nella mobilità delle classi dirigenti interne alla PA – spiega – un bravo studente o professionista può diventare al massimo dirigente ma non direttore generale. Questo scatto avviene attualmente solo per nomina. La riforma Brunetta prevedeva invece che il 50% dei dg venissero selezionati attraverso concorso. Una norma disattesa che andrebbe invece recuperata”.

Ulteriore elemento di criticità, “superabile”, aggiunge l’esponente degli Outsider, è una spending review “condivisibile all’inizio ma che ora rischia di diventare un taglio lineare che ignora la qualità e va all’oncia”.

La cultura, la sfida più grande

La più grande attesa, per Gerace è attorno alla gestione delle politiche culturali: “Non sono pervenuti segni di discontinuità con un ministero senza ministro da almeno vent’anni. Lorenzo Ornaghi è autorevole, avrebbe le carte e le persone giuste per invertire la rotta ma ha bisogno di un po’ più di coraggio per farlo. Da qui deve misurarsi il prossimo esecutivo, questo ruolo fondamentale per il Paese sarà la cartina tornasole del governo, attuale e futuro”, conclude.

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