Adesso è giunta l´ora per il premier di non tentennare. A un anno dall´insediamento a Palazzo Chigi, anche per Mario Monti è giunta l´ora della chiarezza. Se tre leader della strana maggioranza (ieri Angelino Alfano e Pierluigi Bersani, oggi Silvio Berlusconi) che sostiene il governo tecnico non perdono occasione per sbeffeggiare, denigrare e sbertucciare il premier e l´operato del governo solo per cercare di arrestare il drenaggio di consensi per Beppe Grillo, per il presidente del Consiglio si schiude una possibilità più unica che rara. Quella di spiazzare definitivamente leader politici dediti in queste ultime settimane a scantonamenti movimentisti e richiamare così gli esponenti della maggioranza a un senso di responsabilità che stanno perdendo.
La possibilità sta nel dire chiaramente, e senza infingimenti, di essere pronto a ricoprire la carica di primo ministro anche nella prossima legislatura. Beninteso, non nel dire di candidarsi con questo o quel partito, già costituito o in fieri. Non nel costruire movimenti, pensatoi o partiti. Bensì nel dichiarare apertamente e legittimamente che movimenti e partiti possono ben dire fin dalla campagna elettorale che il loro candidato premier ha un nome e un cognome: Mario Monti. In questo modo gli smottamenti populisti di leader vecchi e nuovi finirebbero e le critiche ingenerose verso il premier come quelle ieri pronunciate da Silvio Berlusconi sarebbero coperte dal ridicolo.
Ovviamente ciò non significa che si voglia beatificare politicamente Monti. Ma semplicemente riconoscere al presidente del Consiglio di aver ridato dignità e autorevolezza, nazionale e internazionale, all´Italia. Ciò detto, si è pure consapevoli che con una mera politica di austerità in una fase di recessione non si creano le condizioni per un´inversione positiva dell´economia. Quindi, più che un mero perpetuarsi di un´Agenda Monti, serve perseverare nella Cultura Monti, composta da responsabilità, competenza e autorevolezza.
L´Agenda Monti, invece, va al più presto integrata con uno scatto che può essere innescato soprattutto a livello europeo accantonando il rigorismo teutonico che sta grecizzando l´intera Europa. Ma per cambiare l´Agenda Europa, all´Italia non sono utili i Flavio Briatore o i Beppe Grillo ma i Mario Monti e gli Enzo Moavero Milanesi.