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Consigli utili per un uso oculato dei Compro Oro

Una cifra da capogiro: 163 milioni di euro. A tanto ammontano i beni sequestrati in una maxi-operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Arezzo, nei confronti di un`associazione per delinquere implicata nel riciclaggio, ricettazione, frode fiscale ed esercizio abusivo del commercio di oro.
Usciva dall´Italia sotto forma di monili di famiglia raccolti dai “Compro oro” e, una volta fuso e trasformato in lingotti in Svizzera, rientrava da dove era partito. Tutto rigorosamente “al nero”, con un giro di affari di milioni di euro.
 
Questo ennesimo caso di cronaca rafforza l’opinione diffusa che dietro ai “Compro oro” si possano celare attività controverse. Ma è davvero così? Lo abbiamo chiesto a Ranieri Razzante, presidente di Aira (Associazione italiana responsabili antiriciclaggio) e consulente della Commissione parlamentare antimafia, e ad Andrea Zironi, presidente Anopo (Associazione nazionale operatori professionali oro).
 
Secondo Razzante, “questi episodi non devono scoraggiare le persone a rivolgersi a queste attività. In periodi come quello attuale dove la stretta creditizia del settore bancario si fa più forte, le famiglie italiane devono poter contare su sistemi di autofinanziamento alternativi. Tra questi, certamente quello di cedere preziosi che non si utilizzano più”. “Se passasse l’idea – aggiunge – che dietro ad ogni negozio compro oro si celi la malavita o il malaffare, faremmo un torto a tutti quegli esercenti che operano lecitamente, ma anche alle famiglie stesse che potrebbero per necessità rivolgersi a canali sbagliati, finendo nelle reti dell’usura”. “E’ chiaro che però c’è un serio problema riguardante il settore dei compro oro: la mancanza ad oggi di una normativa adeguata che impedisca a chi intende sfruttare queste attività per traffici illeciti, per riciclaggio di denaro o per ricettare oro proveniente da furti e rapine. Non contando il danno di immagine che questi soggetti recano all’intero comparto e quello materiale nei confronti del consumatore”.
 
Quanti Compro oro ci sono in Italia e qual è la percentuale di reati connessi negli ultimi anni? C´è stata un’escalation?
Razzante: “Non possediamo dati ufficiali né per gli uni, né per gli altri. Noi di Aira, in collaborazione con Anopo ne abbiamo contati oltre 28 mila. Siamo certamente dinnanzi ad una escalation che ci porta a dire con certezza che almeno il 60% delle attività che svolgono l’acquisto di oro usato da privati commetta irregolarità di vario genere, che vanno nella sostanza dall’illecito amministrativo ai più gravi reati di riciclaggio, usura, fino all’associazione per delinquere come dimostrato dall’operazione della Guardia di Finanza di ieri”.
 
Cosa possono fare le istituzioni per arginare il problema?
Razzante: “Da oltre un anno abbiamo chiesto alle Istituzioni di focalizzare l’attenzione su questa situazione e lo abbiamo fatto attraverso uno studio sul campo presentato al Ministero dell’Interno, oltre ad una serie di proposte che sono giunte sino alla Commissione Parlamentare Antimafia e alla X Comm. Attività Produttive della Camera dei Deputati. Crediamo innanzitutto nella necessità di un censimento di tutte le attività che acquistano oro da privati senza distinzione alcuna tra gioiellerie, compro oro, Operatori Professionali. In secondo luogo ci auguriamo che al più presto il legislatore metta mano ad una riforma del settore che riduca il rischio di infiltrazione criminale e fortifichi la tutela del consumatore che ad essi si rivolge”.
 
C´è connessione tra il successo dei Compro oro e il dilagare della crisi?
Zironi: “Certamente uno dei fattori determinanti dello sviluppo dei compro oro è la crisi economica. L’odierna congiuntura ci porta a dire che le famiglie hanno bisogno di approvvigionarsi presso i compro oro per soddisfare i bisogni di tutti i giorni: oramai non si parla più di sostituire un gioiello vecchio con uno nuovo o con beni di non primaria necessità; purtroppo gli italiani si ritrovano a vendere l’oro per pagare l’affitto o per comprare il necessario per la vita di tutti i giorni. Non dimentichiamo però che sono molteplici i fattori che hanno portato al dilagare dei cosiddetti Compro oro. Tra questi senz’altro l’assenza di barriere di ingresso al settore, la mancanza di una normativa che ne regolamenti in maniera compiuta l’operatività (basti pensare che la legge di riferimento dei compro oro non professionali è un Regio Decreto del 1931)”.
 
Che consigli si possono dare ai consumatori?
Zironi: “Aira e Anopo hanno stilato una serie di consigli per chi si rivolge ai compro oro. Bastano poche accortezze: innanzitutto mai fermarsi alla prima offerta, ma ascoltare più valutazioni. Attenzione poi al peso e al prezzo d’acquisto. Pesare il proprio oro prima di rivolgersi al compro oro: non sono rari i casi di bilance truccate che ne falsano il valore. Fare attenzione ai prezzi esposti: spesso il prezzo si riferisce all’oro di qualità 24k, mentre nella maggior parte dei casi le persone dispongono di oro 18k. Ciò sta a significare che il valore dell’oro si evince dal prezzo esposto decurtato del 25 %. Attenzione poi a chi promette pagamenti in contanti: non tutti sanno che la legge italiana antiriciclaggio non consente pagamenti superiori a 999 euro, per cui se il compro oro si propone di pagarvi in contanti per importi superiori la sta violando. Infine un consiglio: chiedere al compro oro di rilasciare la ricevuta. La legge ad oggi non lo prevede come obbligo ma noi riteniamo sia uno strumento formidabile per garantire serietà e trasparenza”.
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