Significato della sconfitta e sfide poste della vittoria. Questo il panorama della politica Usa dopo l´elezione del 44° presidente americano secondo la stampa internazionale. L´affermazione personale di Obama si rivela più netta di quanto potesse apparire dai primi dati ma rapporti di forza rimasti praticamente intatti al Congresso e Camera dei rappresentanti rendono sempre attuale il pericolo di “precipizio fiscale“.L´architettura istituzionale di Washington deve dimostrarsi in grado di comporre le proprie divisioni. Questi i nodi da sciogliere non solo per la Casa Bianca ma anche per una opposizione in grado di trarre insegnamenti dalla sconfitta.
Le analisi in casa Gop
Lo riporta il New York Times sottolineando i toni conciliatori di John Boehner speaker repubblicano alla Camera dei rappresentanti. Altrettanto fa il Washington Post in un articolo centrato sulle aperture Gop ai negoziati sul debito cui affianca l´analisi sui duri compiti del secondo mandato di Obama. Le Figaro sottolinea come ora il presidente Usa debba reinventarsi leader conciliatore, aiutato in questo, rimarca il quotidiano francese, dalla mano tesa a Obama del leader repubblicano al Campidoglio.
Uno sguardo alla stampa tedesca
La Frankfurter Allgemeine Zeitung presenta il nuovo Congresso sottolineando il ritorno di un Kennedy nell´importante istituzione federale. Apertura controcorrente invece per la Nezavisimaja Gazeta. Il giornale di Mosca titolando, Stati blu più Stati rossi uguale Stati Uniti, mette in evidenza la capacità di Washington di rigenerarsi partendo dalle proprie difficoltà. La Frankfurter Allgemeine Zeitung presenta il responsabile dello staff elettorale democratico, Jim Messina. Manager di quella che il presidente Usa nel suo discorso post-vittoria ha definito la migliore squadra politica di tutti i tempi.Secondo la Faz l´affermazione di Obama deve però molto agli strati sociali, donne, giovani e minoranze che nonostante le delusioni del primo mandato hanno continuato a sostenere il presidente.
Il futuro dei RepubblicaniIl Washington Post affronta lo stato repubblicano dopo la campagna elettorale cercando di decifrare il complesso futuro che attende il partito dell´elefante. Dello stato repubblicano si occupa anche le Monde. Per il giornale francese l´estremismo di molti esponenti Gop si è rivelato fatale, ma la sconfitta presidenziale del mormone deve molto anche a una strategia poco attenta alle “nuove” minoranze. Qui secondo le Monde le ragioni del fallimento di Romney e del suo partito.
Il baratro fiscale alle porte
Fiscal cliff al centro dell´analisi della Neue Zurcher Zeitung. Il quotidiano svizzero fa presente quanto la congiuntura abbia aiutato la rielezione di Obama ma ritiene le differenze di politica economica con i repubblicani siano rimaste intatte. Le Monde vede il leader Usa in posizione di forza al momento di iniziare il proprio secondo mandato. Il giornale francese riporta lo psicodramma avvenuto alla catena televisiva Fox News al momento in cui i conduttori annunciavano la vittoria democratica e la contestazione in diretta di Karl Rove incapace di ammettere il successo di Obama.
Il futuro della politica esteraL´altro “precipizio” da superare per la Casa Bianca è quello della politica estera sottolinea il Nyt che vede nei rapporti con Cina, Iran, Russia e Medio Oriente le possibilità e i rischi del leader americano per i prossimi quattro anni. Anche le Monde ritiene l´Iran la vera bomba a scoppio ritardato della politica estera di Washington. La riconferma popolare del presidente Usa pone più di un problema a Benjamin Netanyahu. Lo scrive senza tanti giri di parole la Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolineando la “paura” del leader israeliano per la “vendetta” di Obama. Anche il New York Times mette l´accento sul fatto che ora il premier di Gerusalemme dovrà cercare di riparare i danni fatti da una politica che ha sempre snobbato la presidenza Usa cercando rapporti quasi esclusivamente con l´opposizione a Obama.