La frontiera pop è quella più ricercata. Uno strato di nutella veltroniana sembra essere spalmata ormai sulla melliflua e insieme amara politica italiana. Dopo lo show, seguitissimo da due milioni di abbonati Sky, delle primarie-reality (Csx Factory, le ha ribattezzate Marco Travaglio) nel week end tocca ad Italia Futura. La fondazione dell’avvocato Luca di Montezemolo farà sabato 17 novembre il grande passo, trasformandosi se non in partito (meglio non alzare troppo l’asticella) almeno in soggetto elettorale. Se Berlusconi nel ’94 dichiarò la sua discesa in campo in un centro commerciale, il presidente della Ferrari scegli gli Studios romani. La Capitale non è Hollywood ma la speranza è che ci si possa accontentare.
Nei giorni scorsi si è molto dibattuto in Italia Futura su quale sarebbe dovuto essere il format dello spettacolo, della (rap)presentazione. Parlano uomini di cultura, giovani della società civile o big della società parassitaria che ha vissuto in questi anni al capezzale della politica alimentando l’ipocrisi di essere diversa? Perchè scegliere, devono aver pensato nel quartier generale di Montezemolo. Secondo le indiscrezioni che filtrono, e che trovano conferma anche nelle pieghe del sito italiafutura.it (il programma ufficiale non è stato reso noto), gli ingredienti dovrebbero esserci tutti, salvo verificare se saranno o meno ben amalgamati.
Ad aprire dovrebbe esserci lo scrittore Edoardo Nesi ma poi a seguire i già noti Dellai (presidente della provincia di Trento), Riccardi (ministro montiano), Oliviero (presidente Acli) e poi lui, la vera novità della politica italiana, Bonanni (giovane segretario della Cisl). Praticamente è la stessa identica compagnia di giro che era presente alla tanto vituperata (da Italia Futura) festa dell’Udc a Chianciano solo poche settimane fa. Per non essere comunque sguarniti sul fronte società civile si annuncerebbe lo speech della professionista Irene Tinagli, editorialista della torinese Stampa (editore Fiat) e spesso ospite del salotto di Floris a Ballarò. Resta il mistero sul ministro Passera, fra i primi finanziatori (prima di avere incarichi di governo) del think tank rosso Ferrari e poi in grande freddo con Montezemolo. Certo invece che non ci sarà la Marcegaglia, considerata da Luca e dai suoi una rivale (eufemismo) tanto sulle vicende confindustriali che sul versante politico.
L’organizzazione ferve e naturalmente negli Studios non ci si occupa solo del cartellone ma anche del pubblico. A fronte delle poche migliaia di adesioni al manifesto rilanciato in pompa magna dalla grande stampa borghese italiana, il responsabile organizzativo Simone Perillo (esperto di Formula Uno… ma va?) vuole fare bella figura. Tanto più dopo che il coordinatore delle truppe montezemolate, Federico Vecchioni, ha dovuto fare rientro anticipato nei box causa guaio giudiziario. Se anche lo spettacolo di sabato vuole essere pop, meglio non trascirare le vecchie (buone?) abitudini. E quindi… Vai col pullman! Per tutti gli italianifuturisti lontani da Roma, il movimento guidato da Carlo Calenda e Andrea Romano mette a disposizione i mitici bus per raggiungere l’evento. I partiti cambiano, cambiano gli allestimenti e le scenografie ma i vecchi trucchi del mestiere non muiono mai.