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Giù le mani dalla Polizia

Pochi giorni fa una manifestazione pacifica ha attraversato Roma e pacificamente è stata accolta. Nel corteo erano presenti infiltrati personaggi facinorosi dell’area antagonista. Ci sono stati tentativi di forzare il percorso e di provocare incidenti. La polizia ha reagito con fermezza ma senza incedere in una politica repressiva, che sarebbe stata controproducente e comunque sbagliata. Qualche singolo agente ha commesso errori? Bene, lo si persegua con la stessa severità con cui si deve perseguire ogni singolo manifestante violento. Temiamo invece questa campagna anti-polizia che sta passando (contemporaneamente e forse non a caso) il vertice dell’istituzione.

A Claudio Manganelli e alle sue donne e ai suoi uomini vogliamo esprimere solidarietà. Al ministro Anna Maria Cancellieri e al governo chiediamo di non tentennare di fronte alle campagne di stampa dietro le quali talvolta si celano opacità non proprio degnissime.   Non stupisce, ma atterrisce, che gli stessi organi di informazione che denunciano (enfatizzandole oltremisura) le presunte violenze dei poliziotti si sono guardati bene dal denunciare toni e contenuti del post di Beppe Grillo.

Come in un inquietante volantino degli anni ’70, il comico-politico ha vergato queste parole: “E’ una guerra, non ancora dichiarata, tra le giovani generazioni, una in divisa e una in maglietta, mentre i responsabili stanno a guardare sorseggiando il tè, carichi di mega pensioni, prebende, gettoni di presenza, benefit. Soldato blu non ti senti preso per i fondelli a difendere l’indifendibile, a non schierarti con i cittadini? Togliti il casco e abbraccia chi protesta, cammina al suo fianco. E’ un italiano, un’italiana come te, è tuo fratello, è tua sorella, qualche volta, come ieri per gli operai del Sulcis, un padre che ha sputato sangue per farti studiare. Sarà un atto rivoluzionario”.

Dietro l’invito al poliziotto (definito sibillinamente “soldato”), passano due parole d’ordine “guerra” (“non ancora dichiarata”, dice Grillo, ma già in corso fa capire) e “rivoluzione”.   Guai a fare processi alle intenzioni ma che si tratti di un lessico che fa scorrere un brivido dietro la schiena, su questo non ci sono dubbi. C’è chi soffia sul fuoco in modo esplicito (Grillo) e chi lo fa in modo più raffinato. In entrambi i casi, diffidiamo degli incendiari e ci fidiamo della Polizia.



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