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I movimenti guardano all’Europa

L’incontro sull’iniziativa “Gioventù in movimento” del 23 novembre ha chiuso il ciclo di workshop sulla parte sociale della strategia, che comprende, in stretto coordinamento, lotta alla povertà e agenda per le competenze. È una coincidenza temporale particolarmente interessante, perché si intreccia con la discussione in Consiglio europeo di questi giorni sulle proposte di budget per il periodo di programmazione 2014-2020. Vale la pena ancora una volta sottolineare come il nuovo programma quadro avrà un costante riscontro e riferimento negli obiettivi economici e sociali di Europa 2020 e in quelli dell’innovazione racchiusi in Horizon 2020 (il nuovo programma di ricerca della Ue).

Idee e obiettivi per i giovani
Dunque siamo di fronte ad un quadro finalmente organico in cui le politiche nazionali sono forzate a muoversi oltre quello che Luigi Iorio (presidente del Forum nazionale giovani) ha definito “infantilismo politico” italiano e che per Franco Uda (responsabile giovani dell’Arci) è la dittatura di un “eterno presente” su cui è schiacciata la comunicazione politica nazionale. Guardare al futuro e alla costruzione di opportunità per le nuove generazioni diventa dunque un esercizio di sana uscita da un modello di crescita iniquo e insostenibile, che è il marchio di fabbrica dell’occidente negli ultimi 150 anni. Come ha spiegato bene Emanuela Rampelli del Dipartimento gioventù, l’Europa deve e può legittimamente apparire sempre più come “territorio” in cui si forma la persona, non solo come centro motore di politiche e direttive. È in questo ambito che bisogna imparare, come comunicatori e come youth workers (persone che lavorano con i giovani), ad offrire questa prospettiva ampliata come un’opportunità di riarticolare e forse superare il disagio che sta alla base di rilevanti fenomeni di esclusione e marginalizzazione, non solo economica, nel Vecchio continente.

Per il popolo europeo
Il tema della mobilità come leva per l’apprendimento e l’occupabilità è il perno della parte sociale della strategia Europa 2020. Entro quell’anno, tutti i giovani dovranno avere la possibilità di trascorrere un periodo di studio e apprendimento all’estero. Vittorio Calaprice della Rete Euro Desk ha illustrato le numerose iniziative della Commissione. Partecipazione e responsabilizzazione, cioè creazione di una cittadinanza attiva, spettano però al livello nazionale. I movimenti hanno già raccolto la sfida dell’Europa. L’aumento della pressione sulle aree burocratiche più restie alla cooperazione intereuropea sarà probabilmente un tema fondamentale di tutta la filiera istruzione-occupazione giovanile. Attraverso i programmi Youth in action e servizio volontario europeo illustrati da Paolo di Caro, presidente dell’Agenzia nazionale per i giovani, già si delinea però un tentativo di costruire un popolo europeo, un’identità giovanile comune. È l’eredità del programma Erasmus, salvata anche grazie allo sforzo dei deputati italiani.
Un buon segnale, in tutti i sensi, per il futuro dell’Europa e dell’Italia in Europa.

Per Europa 2020
http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm

Per il Dipartimento affari regionali, turismo e sport
http://www.affariregionali.it/

Per l’Agenzia nazionale giovani
http://www.agenziagiovani.it


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