Il partito comunista cinese ha un nuovo comitato centrale, scrive la Neue Zurcher Zeitung. Per il giornale svizzero tutto si è svolto secondo copione al XVIII congresso Pcc, compreso l’addio conservatore di Hu Jintao.
Anche il New York Times ammette che non era la XVIII assise del partito unico il luogo megliore per attendersi sorprese. Come da regia Xi Jinping è il nuovo leader cinese ma su chi veramente sia il prossimo padrone di Pechino restano i misteri, sottolinea il Nyt presentando il nuovo presidente del colosso asiatico.
Anche il Washington Post si interroga sulla transizione dell’Impero di mezzo. Il cambio della guardia al vertice del potere avviene in un momento contrassegnato da forti incognite scrive il quotidiano Usa che per il futuro di Pechino prevede tempi di difficoltà economiche, aumento delle tensioni regionali e riforme contestate anche da parte dell’elite interne. Che le riforme alla fine saranno banco di prova e sfida determinante per il decennio Xi è convinzione anche di le Figaro. Il giornale francese continua la propria rassegna di esperti e sinologhi. Oggi la parola è data a Zhang Ming, professore all’Università del popolo di Pechino. Secondo l’accademico il partito unico non è più in grado di dominare il Paese come faceva in passato. Le Monde fa una rassegna dei blog cinesi per concludere che anche la rete di Pechino si pone lo stesso interrogativo della grande stampa internazionale. Quale sarà il futuro del Paese?
Un primo giudizio sul 59enne figlio di un generale rivoluzionario arrivato finalmente al potere viene dalla Frankfurter Allgemenie Zeitung. Secondo il giornale renano, Xi Jinping sarà un moralizzatore morbido. Delineando il ritratto del nuovo uomo forte cinese la Faz scrive delle buone impressioni destate durante l’assise comunista ma quello che avverrà durante la routine di governo, nessuno lo può dire con esattezza.
Il Financial Times ritiene che nonostante tutti gli appelli a riforme e trasformazioni politiche, il partito abbia consegnato le chiavi del potere a una squadra di conservatori. Più o meno simile il giudizio della Nezavisimaja Gazeta. In un articolo titolato, Sotto il segno della falce e martello, il quotidiano russo afferma che Pechino proseguirà nella costruzione del socialismo dal volto cinese.