Il Fiscal compact? Incostituzionale. Anzi di più, illegittimo secondo gli stessi Trattati europei.
Un boutade di Beppe Grillo? No, sono le opinioni sostenute in un saggio di 76 fitte pagine zeppe di riferimenti legislativi e rimandi giurisprudenziali scritto da Giuseppe Guarino, professore emerito di Diritto amministrativo alla Sapienza di Roma e già ministro delle Finanze e dell’Industria.
Il saggio di Guarino sarà presentato e discusso nel corso del XIX Congresso nazionale della Democrazia Cristiana che si terrà dal 10 all’11 novembre a Roma.
“Euro, venti anni di depressione” è il titolo dell’analisi dell’ex ministro. Il capitolo clou è il sedicesimo su “Esame del Fiscal compact, contrasto con i trattati e con il diritto dell’Unione europea”. La tesi finale di Guarino è che “il Fiscal compact si è proposto di modificare i trattati vigenti ma eludendo gli ostacoli derivanti dai suoi vincoli procedimentali”. Quanto al merito, per gli Stati “le misure provocano danni superiori ai benefici”.
Eppure c’è un rimedio, consiglia Guarino: “La disciplina imposta (e da considerarsi illecita) è il vincolo del bilancio in pareggio. La prima cosa da fare è far cadere con effetto immediato questo vincolo”. Come? Ecco la risposta del giurista ed ex ministro: “Si ottiene automaticamente il risultato esigendo il rispetto del proprio diritto alla corretta ed integrale applicazione del Trattato, cioè dell’art. 104 C TUE, oggi 126 TFUE”.
Sarà così facile come sembra?