Di questo nuovo soggetto moderato che dovrebbe salvare l´Italia si sa solo che vuole ancora Monti alla guida del Paese. Francamente, un po´ poco. Non solo come programma, ma anche come collante. Monti, infatti, non può essere usato come una parola magica, che, per il fatto stesso di essere pronunciata, riesce a dissolvere ogni divergenza.
E, allora, su quale visione di economia, di scuola, di welfare, si incontrano i montiani in cammino verso la terza repubblica? Quale sarebbe la loro proposta sotto un titolo troppo generico quale l´Agenda Monti?
Il timore è che, alla prova dei fatti, anche loro si possano disperdere con la stessa facilità con cui si sono accordati. Un gruppo per nulla rodato e con la presunzione di rappresentare il “nuovo” che serve alla politica italiana. L´impressione è che tentino semplicemente di arrivare in Parlamento usando l´unico brand al momento spendibile, quello dell´attuale premier. Non per caso, un brand oggi molto conteso.
Come se l´attuale premier, oltretutto, avesse fatto tutto e bene. Come se, soprattutto, potesse ripetersi anche nella nuova legislatura quella condizione di tregua tra i partiti che solo l´emergenza di un momento ha consentito. Certo, la situazione italiana resta quella di un sorvegliato speciale, ma la carta del governo tecnico difficilmente potrà essere giocata ancora. E chiunque sarà premier dal 2013 si ritroverà assediato dagli interessi di bottega di questa e quella parte. In altre, parole impantanato.
La smettano, allora, di tirare in ballo Monti. Tutti, anche i “salvatori della patria non richiesti”. Chi scende in campo questa volta lo faccia con la propria faccia e le proprie idee. Lasciando in pace la società civile, chiamata solo a far numero per portare altri in Parlamento. E perché no- cimentandosi nella costruzione non di una lista elettorale, come tale poco impegnativa, bensì di un partito coraggioso, finalmente degno di questo nome. Ce la chiede la nostra Costituzione, unico punto fermo in un panorama valoriale dissolto.