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Il mondo (o quasi tutto) accredita l´opposizione siriana

Non con poca fatica si è concluso ieri il vertice a Doha per la nomina della leadership dell´opposizione siriana, la Coalizione nazionale della rivoluzione siriana. Promosse dall´emirato del Qatar, le forze anti-Assad hanno ottenuto un riconoscimento internazionale ed elementi per smuovere l´equilibrio delle forze nella guerra civile che colpisce la Siria.
 
La scelta ha voluto controbattere alle critiche occidentali sulla preponderanza degli islamici nella guida dell´opposizione. Sono state nominate tre figure considerate moderate e utili per il processo di ribellione: il presidente della coalizione, il religioso sunnita Ahmad Moaz Al-Khatib, un moderato appoggiato dall´Arabia saudita e senza vincoli con i Fratelli musulmani; l´imprenditore Riad Sif e un´attivista laica, Souheir al-Atassi, legata ai movimenti armati dell´opposizione siriana.
 
Nelle mani degli altri
Ma il futuro della Coalizione non dipende soltanto dal disimpegno della sua neo-leadership. Il buon esito delle strategie per combattere il regime di Assad dipendono dal sostegno della comunità internazionale. In primis, da come il gruppo di “Amici di Siria”, un´alleanza formata dai potenti della terra (Inghilterra, Francia, Germania, Turchia, Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi, Giordania ed Egitto, sotto la guida degli Stati Uniti) daranno continuità al loro sostegno ai ribelli.
 
Secondo la Cnn, l´accordo raggiunto a Doha e la nomina della Coalizione nazionale della rivoluzione siriana sono state approvate dalla Lega araba. Con l´astensione soltanto di Algeria e Iraq sull´approvazione di alcune disposizioni del provvedimento.
Il via libera dei Paesi alleati del movimento è decisivo per l´arrivo di risorse, soprattutto prima dell´inverno. Manca ancora l´approvazione di cento Paesi dell´Occidente per sbloccare il flusso degli armamenti. 
 
La Siria non sarà l´Iraq
I grandi dell´Occidente vogliono evitare che la Siria diventi un nuovo Iraq, dove da un giorno all´altro sono state smantellate le strutture del regime, sprofondando il Paese nel caos. La strategia occidentale è colpire il rais e i 10 principali consiglieri per arrivare ad una negoziazione politica. E con la costituzione di un governo parallelo guidare il processo di transizione dopo la caduta di Assad. I più critici sostengono che in questi termini Assad potrebbe raggiungere un accordo con l´opposizione. Ma la forza del governo siriano è nell´appoggio della Russia, la Cina e l´Iran, che rifiuteranno di riconoscere la Coalizione nazionale della rivoluzione siriana.
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