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Ilva? Conciliare lavoro e salute è illusorio

Sono anni che tutti ripetono la solita frasetta dorotea-ecologista-dipietrista “occorre trovare l’equilibrio fra le esigenze del lavoro e della salute, nel rispetto dei magistrati, della loro indipendenza, fatte salve le prerogative del potere esecutivo”: frase ineccepibile nella forma, idiota nella sostanza.

Chi la pronuncia, mente sapendo di mentire, perché questo equilibrio è impossibile, almeno nella fase iniziale. In casi come questo, qualsiasi manager abituato a prendere decisioni, sa che c’è un momento iniziale in cui occorre “innescare” il processo decisorio privilegiando uno dei due corni del problema.

Mi pare ovvio che l’interesse del Paese si identifichi con la produzione dell’acciaio, il punto di pil che rappresenta Taranto è strategico, così come l’azienda, pensare di regalare alcuni miliardi all’anno alla Germania dovrebbe ripugnarci.

Ora si scatenerà il dibattito. Una parte si schiererà con il “sanculotto Hollande” che vuole nazionalizzare la parte francese di Mittal (numero uno della siderurgia mondiale), quindi proporrà di rinazionalizzare l’Ilva, un’altra parte chiederà che venga dato a Riva un consistente prestito (modello Obama-Chrysler).

Riccardo Ruggeri

Sintesi di un articolo più ampio che si può leggere qui.

 

 

 

 

 

 

 


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