Certamente ci si aspetta che si metta un punto in questa nuova stagione di Homeland, cosa verificatasi alla fine della prima serie, che aveva dato un senso a tutti gli eventi, seppur mantenendo in ballo molti fattori. Ora nel guardare le puntate, si spera che qualcosa di definitivo accada, per non dover attendere con ansia la terza stagione, già annunciata, e per non far sì che questa seconda possa essere solo di passaggio. Ma, come detto, mancano poche settimane e sapremo dove Carrie e Brody arriveranno.
In fondo, è proprio questa perfetta alchimia tra i due protagonisti, la storia impossibile tra due persone così diverse eppure così attratte tra loro, che muove i fili da sempre. Se Carrie non avesse avuto il suo infallibile intuito, ma anche l´esperienza diretta della guerra, la scintilla non sarebbe mai nata. E questo gli autori sanno che piace al pubblico. Perché un sentimento contrastato da un intero sistema, da possibili atti terroristici e da valori che mettono davanti la propria patria sempre, non può non incontrare l´interesse dello spettatore.
È in questo contesto che nell´ottava puntata intitolata I´ll fly away, Nicholas Brody si sente stretto in una morsa: per la moglie, per la famiglia, per la Cia e non ultima per Roja, la giornalista legata ad Abu Nazir. I nervi di Brody cedono e in un momento di angoscia decide di tagliare i rapporti con i terroristi e non farne più parte. Il suo comportamento però innesca inevitabilmente una serie di reazioni. La prima quella di Carrie che con il suo personalissimo e criticatissimo (dalla Cia) modo cercherà di calmare l´ex marine e di farlo tornare alla ragione.
La seconda quella di Roja, ovvero il filo che lo unisce al terrorista numero uno al mondo: Abu Nazir. Forse manifestare la propria fragilità non porterà nulla di buono a Brody e all´operazione della Cia. Tanto che, come dice il titolo della puntata, lui “volerà via”, senza poter essere rintracciato.
